Pranzo a Borghetto. I tortellini di Valeggio ai Bruscandoli novità primaverile de Lo Stappo.

(di Carlo Rossi, foto Alessandra Pezzutti) Sarà, ma per me il borgo dell’anima e’ Valeggio sul Mincio con Borghetto. Ci si immerge in una grande bellezza, fatta di sassi antichi, buen vivir, amore per le proprie tradizioni.  Questo piccolo villaggio, nato in simbiosi con il fiume Mincio e caratterizzato da antiche fortificazioni risalenti al periodo medievale, deve il suo fascino all’armonico rapporto che storia e natura hanno conservato quasi intatto nei secoli e oggi rappresenta un “unicum” urbanistico da visitare almeno una volta nella vita.

I buonissimi tortellini tipici noti come nodo dell’amore sono una prelibatezza invidiata da tutto il mondo.  E qui , dopo i due anni di pandemia, ritorno con la gioia e la speranza nel cuore per verificare se ancora è tutto come prima, e se, in fondo, quel periodo era solo figlio di un tempo sospeso. Borghetto è sicuramente la frazione più conosciuta di Valeggio sul Mincio per diversi motivi – storici, paesaggistici e monumentali – che rendono questo luogo così interessante.

In una antica piazzetta antistante il vecchio mulino, insiste, proiettato in un angolo che dire fiabesco è poco, un ristorantino di circa 50 coperti, Lo Stappo. Guidato egregiamente da Mario Cicalese, direttore e sommellier di grido, e da Michele  Zago patron del Traveller’s choiche del 2021, di Tripadvisor, con ben 1170 recensioni da  quasi 5, il massimo punteggio. Location  suggestiva, commovente, si mangia praticamente su una terrazza sul Mincio. Personale molto cordiale, professionale e attento, che segue l’ospite con la corretta  discrezione.  

Dice Cicalese “Ne sappiamo qualcosa noi dell’amore! Lo racchiudiamo tutti i giorni in una delicata sfoglia dorata. È un mix equilibrato di ingredienti: ci vuole cura, passione, tempo, pazienza e perché no, anche un po’ di pepe. Ma il risultato sarà sicuramente qualcosa di magico e delizioso.”

Mix di bruschette per antipasto (di mare e di terra), nelle dimensioni medio piccole. «A Valeggio sul Mincio la leggenda narra infatti l’intensa storia d’amore tra la ninfa Silvia e il capitano Malco, il cui simbolo è proprio un fazzoletto di seta dorata annodato dai due amanti prima di gettarsi sul Mincio. Si narra che nei giorni di festa, per ricordare la storia dei due innamorati, era consuetudine tirare una pasta sottile tagliata come il fazzoletto dorato e arricchita da un delicato ripieno: ecco la nascita del tortellino di Valeggio!”» racconta lo chef Michele Zago.

Per l’occasione festiva, oltre ad un imperiale antipasto di salumi, formaggio e salmone fumè, un fuori menù che ci ha raccontato di innovazione nella ferrea declinazione della tradizione. I Tortelli ripieni ai Bruscandoli su una crema di asparago bianco e burro fuso. Il tutto decorato da una mimosa di uovo e con del formaggio a piacere. Un piatto che ci parla proprio di primavera, la stessa ammirata nello splendore dei fiori del Parco Sigurtà. Primavera che ritroviamo in questo piatto fatto solo allo Stappo.

I bruscandoli nel Veneto  altro non sono che i germogli del luppolo selvatico. Queste erbe sono conosciute con il nome scientifico di Humulus Lupulus e crescono spontaneamente in molte zone della regione: dalle aree incolte in riva ai fiumi alle pianure, fino ad arrivare ai 1200 m di quota.  Saporiti e gustosi, sono ricchi di proprietà benefiche e arricchiscono con un sapore in più frittate, risotti e minestre. Se li vedete in giro, allora vuol dire che è proprio arrivata la bella stagione! Nodo d’Amore, savoir faire, tradizione e poesia, gusto e leggerezza. Che volete di più? Un buon vino? Con Cicalese c’è l’imbarazzo della scelta.  

Si mangia benissimo. La qualità della pasta e dei vari ingredienti è elevatissima. Lo consiglio a chi scegliesse di mangiare a Borghetto. Complimenti allo staff, di sala e di cucina. Aperto da una decina d’anni, da quando questa parte del borgo, composta dai mulini ad acqua risalenti al ‘400, è stata ristrutturata ricavando due ristoranti, un bar gestito dal figlio di Michele, Stefano, e alcune camere per gli ospiti. Il tutto è un’autentica magia, di quelle che si vivono in “una notte dell’estate italiana”.

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