Prostata. A una certa età l’ipertrofia colpisce il 50% dei maschi. Ma ci sono 36mila tumori l’anno e 7 mila decessi

Il problema più comune per gli uomini over 60 è la prostata. Un maschio su due soffre di ipertrofia prostatica benigna, ma ogni anno in Italia vengono anche diagnosticati 36 mila tumori della prostata che causano 7 mila morti. E’ la neoplasia più diffusa fra i maschi. Importante la prevenzione, con controlli annuali con visita urologica e la misurazione del Psa, che attraverso un semplice esame del sangue permette di valutare la presenza nell’organismo di un enzima che oltre un certo valore può essere la spia di un cancro.
L’ipertrofia prostatica, ovvero l’ingrossamento della prostata, dopo una certa età è fisiologica. Oltre un certo limite, quando cioè diventa patologica, costituisce un’ostacolo all’uscita dell’urina dalla vescica, che stenta a svuotarsi completamente e costringe così, per svuotarla, ad un aumento della frequenza delle minzioni. E’ però importante, nel caso di questa sintomatologia, stabilire si sei tratta di semplice ipertrofia benigna, oppure se l’ostacolo allo svuotamento della vescica è costituito da una massa tumorale. Ecco allora la necessità della visita urologica che consiste, oltre all’anamnesi, in un esame obiettivo, in un’ecografia e nella valutazione del Psa. Se di neoplasia si tratta è importantissimo individuarla nelle primissime fasi del suo sviluppo. Per questo è fondamentale la prevenzione che consiste appunto in periodiche visite urologiche e nel controllo del Psa.
Oggi la chirurgia urologica sta ottenendo grandi risultati. Laddove fino a qualche anno fa era demolitiva, oggi con la tecnica transuretrale o laparoscopica si può intervenire in maniera mirata e il più possibile conservativa, preservando la funzione della prostata ed asportando il tumore o, nel caso di ipertrofia grave, demolendo la parte della ghiandola che ostacola il deflusso dell’urina. 

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