Arrivati a questo punto, quasi quasi, si candida anche Bulldog. Una bella lista civica, che fa appello ai buoni sentimenti, tutta casa e chiesa, e che soprattutto garantisca il capolista nella prossima amministrazione. Perché non è più importante avere o meno un progetto per Verona; avere o meno un consenso inziale da parte del popolo sovrano; aver maturato una qualche esperienza amministrativa. Quello che conta[//], adesso, è garantire un potere di disturbo – piccolo o grande che sia – nei due week end elettorali di maggio e giugno. Non serve nemmeno cercarsi una coalizione, tanto adesso si punta non a vincere quanto a “far perdere” a ciascuna delle due coalizioni la possibilità di chiudere la partita già dal primo turno. L’obiettivo vero è arrivare al ballottaggio così per buttare sulla bilancia le nostre spade di Brenno: il nostro 1, 1 e mezzo, due per cento che cerchiamo di raggranellare portando a votare parenti, zii, cugine, amici, conoscenti più qualche gruppuscolo di cittadini incazzati che sicuramente da qui sino a maggio salteranno fuori. Chi vuole il traforo, chi no, chi quello lungo a due canne (qualche rasta, sicuramente!), chi i parcheggi, chi il verde, chi il cemento, chi per il parto naturale e chi per non rifare l’ospedale di Borgo Trento…per non parlare di chi vuole, e chi no, la tramvia. Credete che sia poi così difficile trovare mille, duemila, tremila voti di gente interessata esclusivamente al proprio orticello? Bulldog crede di no. E infatti vuole candidarsi. Anche perchè oramai lo annunciano tutti. E non parliamo dei partiti, piccoli o grandi che siano, che cercano di intercettare legittimamente i voti, quanto dei grupposcoli, dei circoli lobbyistici, dei singoli amministratori pubblici che hanno capito che una lista civica è meglio di una polizza delle Generali. Si recupera una piccola percentuale di elettorato, si impedisce alle due coalizione di esprimere il massimo del rispettivo potenziale, si va al mercato dei voti per il ballottaggio e poi non c’è più nemmeno bisogno di impegnarsi al secondo turno: quello che c’era da prendere, si prende. Questa logica, figlia perfetta di una città di individualismi e personalismi avanzati da “furbi nani” della prima Repubblica rischia di mettere in ginocchio Verona. Di renderla ostaggio di pochi, potenzialmente disonesti (intellettualmente, per carità…)” mammasantissima”. L’invito è dunque ai partiti: fate il vostro mestiere e fatelo in fretta prima che qualunquisti e affaristi di ogni razza e casacca riprendano piede