Scoperte a Udine delle molecole-spia che fanno prevedere il Covid in forma grave

L’hanno scoperto dei ricercatori della Clinica malattie infettive di Udine i collaborazione con il Dipartimento di medicina di laboratorio. Hanno individuato delle molecole che nell’infezione da Covid potrebbero essere la spia di un rischio maggiore per il paziente. Sono delle ‘citochine’, ovvero delle molecole che normalmente vengono rilasciate dal sistema immunitario quando avvengono delle infiammazioni nell’organismo. In genere quando la produzione di citochine è in eccesso l’infiammazione è più grave. Alcune di queste sarebbero il segno di un rischio maggiore perché bloccano l’attività degli organi in cui si sviluppano, causando, a volte, anche la morte. Sapere quali sono queste citochine-spia aiuterebbe i medici a sottoporre a terapie personalizzate i pazienti  a rischio.
La ricerca, che viene presentata oggi in un congresso a Lisbona, è guidata da Emanuela Sozio, che con la sua equipe ha studiato 415 pazienti (65,5% maschi) ricoverati  con Covid-19 tra maggio 2020 e marzo 2021. La ricerca ha evidenziato che alti livelli di IP-10 al momento del ricovero possono segnalare un’eccessiva risposta immunitaria che può portare il paziente a sviluppare fibrosi polmonare e richiedere l’intubazione. I ricercatori hanno anche scoperto che certi immunosoppressori usati per curare il Covid potrebbero fare più male che bene. In un altro studio condotto con la Scuola internazionale di studi avanzati (Sissa) di Trieste è emerso che è sempre più chiaro che l’infiammazione eccessiva va trattata prima possibile per evitare la malattia grave.

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