Maurizio Setti, il presidente del Verona, ha parlato dopo la decima sconfitta consecutiva della sua squadra che è all’ultimo posto in classifica a 8 punti dalla zona salvezza e dopo la contestazione dei tifosi. Questa volta non è rimasto in silenzio, apparentemente imperturbabile, dietro il suo sigaro, ma si è aperto nella conferenza stampa post-partita.
“Una cosa così – dice- non me la sarei mai aspettata: per nove undicesimi c’era la squadra dell’anno scorso”.
In effetti i pezzi importanti venduti per fare cassa sono stati Simeone, Barak e Caprari, tutti giocatori offensivi, mentre la difesa è sostanzialmente rimasta quella dell’anno scorso. Ma c’è un’altra importante pedina che è stata cambiata: il direttore sportivo. Alla fine dello scorso campionato Tony D’Amico è stato sostituito con Francesco Marroccu.
“Non posso pensare che questa squadra non possa salvarsi. Cosa fare con allenatore e direttore sportivo? Me lo sto chiedendo anche io”. Sembra sconsolato Maurizio Setti dopo la sconfitta interna con lo Spezia, diretta concorrente per la salvezza. Ma non rassegnato alla B.
“Non siamo retrocessi, per l’amor di dio, ma non riesco a capire una prestazione del genere dopo quella con la Juve – aggiunge il proprietario dell’Hellas-. Sono sconvolto, mi sto ammalando per il Verona. Se vai a guardare la rosa, è meno forte solo là davanti. Credo che le persone che ci sono state, e che ci sono, sono capaci. Ma qualcosa non è andato. Per non retrocedere farò di tutto: sul mercato qualcosa faremo.”
Setti smentisce così le illazioni su una sua presunta volontà di scendere in serie B per poter godere del famoso ‘paracadute’, cioè del finanziamento straordinario che viene concesso alle squadre blasonate come il Verona, che ha vinto uno scudetto ed è stato nel massimo campionato per molti anni. Da quello che dice imprevidente non pare rassegnato alla retrocessione e pensa al mercato di gennaio. In questi due mesi di pausa qualcosa succederà.