Si chiude oggi il Vinitaly con un grande successo.

Il Vinitaly si chiude oggi con un grande successo. Si è realizzato quello che VeronaFiere voleva: specializzare il Vinitaly, rendendolo una fiera dedicata agli operatori del settore ed ai buyer e allo stesso tempo, per coinvolgere gli appassionati e gli intenditori, portarlo fra la gente, nel cuore della città, con “Vinitaly and the city” . E i numeri danno ragione a questa scelta: in quattro giorni di fiera sono state registrate ben 88 mila presenze da 135 paesi, di cui 25 mila stranieri, il 28% del totale, record assoluto da quando il Vinitaly esiste. Questo nonostante la contrazione data dalle restrizioni pandemiche agli spostamenti internazionali, specie da Cina e Giappone, oltre ovviamente ai buyer russi. Si tratta di circa 5.000 mancati arrivi che però non hanno impedito che la partecipazione venisse ribilanciata con le presenze del Centro-Sud – in rialzo – con quelle del Nord. Fra le presenze dall’estero i primi sono gli Stati Uniti e la Germania. Terzo il Regno Unito, mentre il Canada subentra alla Cina nella quarta posizione, davanti alla Francia. Seguono Svizzera, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca e Danimarca. Bene, nel complesso, le presenze dal continente europeo, che hanno rappresentato oltre due terzi del totale degli esteri.

Quindi, nonostante tutte le difficoltà date dalla pandemia e dalla guerra in Europa, una ripartenza di tutto rispetto per il settore vitivinicolo che per il Veneto e la nostra provincia è trainante.

E dal Vinitaly oggi è stata lanciata la proposta di rendere la tecnica del processo di essiccazione dell’uva tipico della Valpolicella, da cui poi si trae il recioto e l’amarone, come patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco.

A tale proposito si registra la presa di posizione favorevole del Governatore del Veneto Luca Zaia che ha definito la tecnica da cui si trae il Valpolicella e l’Amarone “unica e identitaria e riguarda un territorio che ha fatto un grande investimento su questo per mantenere questa tradizione nei secoli”. Il dossier che viene presentato all’Unesco, secondo Zaia, ha tutte i presupposti per essere approvato, come quello riguardante il Prosecco.

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