Sì, entro a palazzo Barbieri senza Green pass. Il rischio di morire o di diventare invalido non può essermi imposto

(di Alberto Zelger*) Dopo aver visto sui social quello che è successo ieri mattina a Trieste – i media nazionali ce lo nascondono – credo che opporsi ai diktat del governo Draghi sia ormai il dovere di ogni cittadino consapevole. Purtroppo la strategia della paura e del “divide et impera”, adottata con efficacia dal triumvirato Draghi, Lamorgese e Speranza col silenzio del Parlamento, ha impedito a molti italiani di capire quello che sta succedendo, creando fratture sociali che provocheranno nel tempo danni gravissimi. 

Di fronte a queste evidenti violazioni della libertà, manifestatesi anche in altre occasioni con un’azione repressiva e di propaganda indegna di uno stato civile, credo che il mio piccolo segnale di opposizione all’obbligo di greenpass, imposto dal governo col DL 127, sia soltanto un piccolo segnale di resistenza civile, per altro in linea col dettato costituzionale. Al di là dei cavilli burocratici e delle norme contraddittorie, che da sempre hanno ingabbiato l’Italia (con circa 200.000 leggi rispetto alle 7.000 leggi della Francia), credo che nessuno possa impedire a un rappresentante eletto dai cittadini di fruire degli spazi comunali destinati all’esercizio del suo mandato. Pensare di vincolarlo all’esibizione di un certificato ricorda da molto l’Ahnenpass, richiesto dai nazisti per dimostrare di non avere ascendenti ebrei. E non mi si venga a dire questo certificato serve per tutelare la salute, quando ormai tutti sanno che: i vaccinati contagiano e possono essere contagiati; quindi perché istituire l’obbligo di un certificato che non dà alcuna garanzia? il Covid si cura con diversi farmaci, come hanno dimostrato tanti medici eroi, che lo curano a domicilio; quindi è stupido alimentare la paura, come fa il ministro Speranza, che si ostina a prescrivere tachipirina e vigile attesa; così il paziente si aggrava, va in ospedale e magari muore. Lo stesso accadrebbe per una polmonite batterica non curata; i diritti costituzionali sono forse diventati carta straccia, fino al punto che, per andare al ristorante, prendere un treno o andare al lavoro, devo esibire un certificato di “presunta” buona salute (perché allora solo per il Covid e non per altre malattie anche più contagiose?). Non accadeva neppure in URSS.

Dicono che il greenpass serve per forzare gli italiani a vaccinarsi. Ma ci rendiamo conto che la banca dati Eudravigilance dell’EMA, al 15-09-2021, riportava più di 2,3 milioni di effetti avversi da vaccino, metà dei quali gravi, e più di 24000 decessi? Perché quindi lo stato deve impormi di giocare alla roulette russa? Magari a me non farà nulla, ma il rischio di morire o di diventare invalido non può essermi imposto, tanto più che ad un recente convegno della FDA americana è emerso che i vaccini possono sì salvare una persona, ma anche ammazzarne due. Un ricercatore israeliano, conteggiando i decessi causati da tutti i vaccini negli Stati Uniti, ha scoperto che nel 2020 si sono verificati più decessi da vaccino che sommando tutti quelli degli ultimi 30 anni. Quanto alle interpretazioni edulcorate dei dati AIFA, supportate da pseudo-scienziati, che hanno un H-index inferiore a quello del vituperato prof. Paolo Bellavite, ricordo solo quanto affermava Darrel Huff sulle analisi statistiche: “Se torturi i dati abbastanza, alla fine confesseranno quello che vuoi”; e lo confermo anch’io, quale laureato in matematica con 110 e lode, che ha insegnato in 3 università, fra cui anche a Verona con un corso di supporto all’esame di Ricerca Operativa. 
A sostegno della mia volontà di continuare a voler entrare a Palazzo Barbieri, aggiungo che in nessun paese europeo è necessario un pass per andare a lavorare (anche il consigliere comunale svolge un lavoro). Mi opporrò quindi con tutti i mezzi leciti a mia disposizione agli ostacoli posti al mio mandato, nella certezza che eventuali multe sarebbero certamente annullate da un giudice di sana dottrina giuridica. Invito poi i ricercatori ad analizzare meglio i dati dei ricoveri e dei decessi in UK e in Israele, dove le vaccinazioni non hanno affatto diminuito il fenomeno, anzi sembra esserci una correlazione tra l’incremento delle vaccinazioni e quello dei ricoveri e decessi.

* consigliere comunale della Lega 

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