Torna La Traviata di Verdi nell’ultimo allestimento disegnato da Franco Zeffirelli, scomparso a pochi giorni dalla prima del 2019

Lo spettacolo – qui il nostro video – andrà in scena dal 2 luglio per otto serate con i costumi del premiato Maurizio Millenotti e il Ballo impegnato nelle coreografie di Giuseppe Picone. La prima dell’Opera Festival 2019, alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella, trasmessa in mondovisione da Rai tv grazie alla collaborazione di Arena di Verona srl e Gianmarco Mazzi, ha puntato gli occhi di milioni di spettatori sulla summa artistica di Franco Zeffirelli, maestro della regia e della scenografia, che conosceva e amava profondamente La Traviata, tanto da curarne diverse applauditissime produzioni nei maggiori teatri del mondo. In questa produzione, la Parigi di metà Ottocento della storia vera riscritta da Alexandre Dumas figlio, quindi immortalata nella musica di Verdi, diventa simbolo di un’epoca. Una scena ambiziosa svela su più livelli una grandissima “scatola scenica”, celata e mostrata al pubblico dai movimenti di un colossale sipario, inedita soluzione per gli spazi dell’anfiteatro, che mette alla prova le abilità dei Tecnici dell’Arena di Verona. Le luci sono create da Paolo Mazzon e le coreografie da Giuseppe Picone, étoile internazionale e direttore del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli nonché popolare volto televisivo. Lo spettacolo ha visto il suo debutto nel 2019 e, nel Festival 2022, viene ripreso per la prima volta nella cornice unica e nell’ampio palcoscenico per cui è nato.

Nei panni della protagonista, ruolo titanico per cui, secondo la critica, ci vorrebbero ben tre soprani in uno, debutterà all’Arena di Verona la giovane armena Nina Minasyan. Dopo di lei si alterneranno grandi primedonne di oggi, come Lisette Oropesa e Aleksandra Kurzak, nonché Angel Blue, all’attesa prima volta in Arena. Come amato Alfredo ci sarà Vittorio Grigolo, quindi Francesco Meli e Freddie De Tommaso, anch’egli al debutto veronese. Notevolissima è anche la schiera dei baritoni impegnati come Giorgio Germont, a cominciare da Vladimir Stoyanov, che si alternerà con Amartuvshin Enkhbat, Simone Piazzola, Artur Ruciński, Luca Salsi e Ludovic Tézier, anche quest’ultimoall’atteso esordio areniano.

Grande cura anche per le scelte delle parti di fianco, sempre distribuite fra cantanti già affermati a livello internazionale e giovani promettenti: l’amico Gastone, visconte anima delle feste, è interpretato da Carlo Bosi, quindi da Matteo Mezzaro; il Barone Douphol da Nicolò Ceriani e Roberto Accurso; Lilly Jørstad e Valeria Girardello saranno Flora, insieme al Marchese d’Obigny di Alessio Verna e Dario Giorgelè; Francesca Maionchi e Yao Bohui interpreteranno Annina. Completano il cast per tutte le recite il Dottor Grenvil di Francesco Leone,  il fido Giuseppe di Max René Cosotti e il Domestico di Flora/Commissionario interpretato da Stefano Rinaldi Miliani: in questo ruolo, per uno speciale e inedito cameo relativo alla sola prima rappresentazione, debutterà sul palcoscenico areniano lo scrittore Marco Malvaldi, scrittore di punta della contemporaneità italiana che, in collaborazione con RCS narra l’opera con il suo inconfondibile stile sui canali social e web di Fondazione Arena nella serie “È tutta scena e ve la racconto…”

L’Orchestra della Fondazione Arena e il Coro preparato da Ulisse Trabacchin sono diretti da Marco Armiliato, Direttore Musicale del Festival 2022.Insieme ai Tecnici, ai numerosi mimi e figuranti, ci sarà anche il Ballo coordinato da Gaetano Petrosino, insieme ad alcune prestigiose étoiles di oggi: dopo i primi ballerini Eleana Andreoudi e Fernando Montano, saliranno sull’immenso palcoscenico sotto le stelle anche Alessandro Staiano, Ana Sophia Scheller e Matias Santos.

«Ho incontrato per la prima volta Franco Zeffirelli proprio con La Traviata – racconta Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico di Fondazione Arena – nel 1984, col leggendario direttore Carlos Kleiber. Mi scelse come Violetta ed è stata la prima di tante collaborazioni indimenticabili. Da Sovrintendente, trentacinque anni dopo, è stato un onore per me potergli affidare un nuovo allestimento e realizzare un sogno che coltivava dal 2008. Questa Traviata in particolare, che lui non ha potuto vedere, vuole essere un omaggio alla sua arte e alla sua tecnica, da parte di tutte le maestranze areniane, cui è richiesto un lavoro d’eccellenza. Come lui, inoltre, vogliamo credere nei giovani, e anche in questa produzione, accanto a stelle affermate, debuttano virgulti a cui auguriamo una carriera internazionale».

«Questa Traviata – aggiunge Stefano Trespidi, Vice Direttore Artistico – raccoglie l’idea originale di Zeffirelli, quel geniale flash forward che seguendo la musica di Verdi origina una storia d’amore fra le più belle di sempre, e la amplifica rendendola adatta all’unicità degli spazi areniani. Il tutto, grazie anche ai suoi collaboratori, nel segno della cura del particolare, anche nella scena più affollata, che contraddistingue l’opera sempre viva del Maestro. È stata lungamente, accuratamente preparata con lui e presentata al suo fianco nella primavera 2019. Ora la riproponiamo per la prima volta, rendendogli giustizia con un irripetibile cast di stelle».

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