Tosato, senatore per la terza volta. Sull’autonomia la Lega non accetta rinvii. Grave la responsabilità di Sboarina nella sconfitta del centrodestra

Paolo Tosato è stato eletto in Senato per la terza volta. E’ un leghista doc che prima di approdare in Parlamento è stato anche consigliere comunale di Verona. Altri leghisti, parlamentari e non, passano e vanno. Lui no. E’ stabile, serio, tranquillo ed anche la sconfitta elettorale del 25 settembre non lo scompone e non lo preoccupa più di tanto.

Lei è uno dei leghisti veronesi più anziani. Non tanto per l’età, dato che lei ha solo 50 anni, ma per la lunga militanza. Che lettura dà del grave calo di consensi della Lega?

Il calo dei consensi della Lega é legato principalmente alla scelta di sostenere il Governo Draghi. Noi abbiamo ritenuto che fosse nostro dovere farlo per dare un contributo ad una delle fasi più difficili del nostro Paese dal secondo dopoguerra ad oggi ma è innegabile che dover condividere l’agenda di Governo con Pd e 5stelle è stato un percorso logorante per il nostro Movimento. Altri hanno fatto la scelta di starne fuori e si sa, a non farne niente non si sbaglia mai. Noi ci siamo assunti le nostre responsabilità e abbiamo pagato elettoralmente questa scelta. Abbiamo però evitato l’approvazione della riforma del catasto, la patrimoniale di Letta e la Legge Zan. In definitiva una scelta difficile per noi, ma utile al Paese. 

Cosa ne pensa dell’iniziativa di Bossi di mettere in piedi una corrente per riportare la Lega alle origini, abbandonando mia politica ‘italianista’ di Salvini per tornare a quella ‘padana’?

Io mi sono iscritto alla Lega nel 1995 perché sono stato conquistato dal suo progetto autonomista. Per me l’autonomia è un’opportunità per tutti i territori, da nord a sud, senza distinzione. Lo è innegabilmente più per le regioni come il Veneto che ha le capacità e la mentalità giusta per gestire competenze e risorse meglio dello Stato centrale. Non credo però che la strada giusta sia dividersi in correnti o peggio ancora dividersi in più partiti. La Lega è la casa di tutti gli autonomisti e federalisti italiani ed è l’unica forza politica che può realizzare questi obiettivi. Dividersi significherebbe fare un regalo ai centralisti e agli statalisti nemici della libertà dei territori e delle comunità.

L’Autonomia fa parte del programma del centrodestra, sottoscritto anche dalla Meloni. Dei segnali fanno presagire che FdI rimanga su posizioni centraliste e che la subordini alla modifica della Costituzione in senso presidenziale. Anche alla luce delle vicende interne, crede che la Lega lo potrebbe accettare?

Non possiamo più accettare ritardi nella realizzazione del progetto autonomista del Veneto. Dal 2017 questa richiesta non rappresenta più semplicemente la proposta di un partito, rappresenta la volontà di un popolo, di una comunità. Ha votato a favore del Referendum il 57% dei Veneti. La volontà popolare non va trascurata. Va rispettata. Anche Fratelli d’Italia ha il dovere morale di farlo. Da parte nostra non accetteremo più rinvii

Fra 2 anni e mezzo Zaia termina il mandato alla Presidenza del Veneto e non potrà essere ricandidato per legge. Sono 42 anni che Verona non ha un governatore. Pensa che ci possano essere condizioni perché il centrodestra esprima un candidato veronese?

Sarà difficile trovare un nuovo Governatore all’altezza di Zaia. È stato ed è un punto di riferimento molto importante per la stragrande maggioranza dei Veneti. Da veronese mi farebbe naturalmente piacere che il prossimo Governatore potesse provenire dalla nostra Provincia ma non è una priorità. L’importante è che ami il Veneto, lo voglia proteggere e lo voglia far crescere come merita.

Verona su 9 parlamentari ne ha 8 del centrodestra. Più un altro eletto a Padova ma veronese.  Nel contempo a palazzo Barbieri c’è un’amministrazione di sinistra. Tommasi ha annunciato che chiederà un incontro con la delegazione parlamentare. Come ritiene deva essere impostato il rapporto fra la squadra veronese a Roma e l’amministrazione?

Io sono a completa disposizione di chiunque voglia il bene di Verona. Se Tommasi ci chiamerà a sostenere progetti importanti per la crescita della nostra città avrà sicuramente la mia più completa collaborazione. Fare squadra è importante al di là delle divisioni politiche. Giusto che sia il Sindaco a convocare i Parlamentari veronesi. Ieri Tosi o Sboarina. Oggi Tommasi. Domani, speriamo, un Sindaco di centrodestra.

Il clamore della vittoria del centrodestra alle politiche ha oscurato la sconfitta di Sboarina avvenuta solo 3 mesi fa. Tra l’altro la crisi di governo e la campagna elettorale ha impedito che venisse fatta un’analisi di questa sconfitta. Adesso “a babbo morto” riesce ad individuare brevemente cause e responsabilità?

Il centrosinistra ha vinto a Verona perché il centrodestra era diviso. Hanno prevalso presunzione e personalismi che immancabilmente sono stati puniti dagli elettori. Al primo turno era difficile trovare la sintesi ma era doveroso farlo al ballottaggio. Nutro stima per Sboarina ma se al primo turno, da sindaco uscente, raccogli solo un terzo dei voti dei veronesi e hai il tuo avversario davanti devi farti un bagno d’umiltà e accettare l’apparentamento con l’altro candidato del centrodestra. Meglio condividere la presenza di Tosi in giunta che condividere con lui l’opposizione. Una grave responsabilità far perdere il centrodestra a Verona. Siamo la maggioranza dei veronesi e siamo governati da una minoranza. Speriamo di essere pronti, uniti e più umili nell’affrontare la prossima sfida per Verona.

La crisi energetica derivante dalla guerra in Ucraina sta impoverendo le famiglie e facendo chiudere numerose attività. Come se ne esce?

Putin ha torto. Al di là delle più o meno legittime rivendicazioni sulla Crimea e sul Dombass è stata una scelta scellerata quella di iniziare un conflitto armato contro un Popolo che vuole essere libero e indipendente. La scelta dell’Italia è stata obbligata. Non poteva assumere posizioni autonome da quelle europee o da quelle della NATO. Detto questo manca il ruolo diplomatico da parte della Comunità Europea nel cercare un punto di compromesso tra Ucraina e Russia per raggiungere la pace. Le sanzioni penalizzano chi le subisce ma anche chi le promuove. Chi sta pagando a caro prezzo questo conflitto sono soprattutto i cittadini europei. Mi sembra che ci sia una totale inadeguatezza da parte di tutti i leader mondiali del momento. Putin vuole ricostruire la vecchia Unione sovietica con le armi. Biden butta benzina sul fuoco del conflitto ogni giorno. Zelensky è irremovibile a portare avanti qualsiasi trattativa. I leader europei non trovano nemmeno posizioni comuni sul prezzo del gas e ognuno procede in ordine sparso e alla fine chi ne paga le conseguenze è la povera gente. Speriamo che tutti tornino a più miti consigli e tornino ad avere a cuore la sorte delle comunità che dovrebbero avere la responsabilità di tutelare e proteggere.

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