Traguardi: baby gang e disagio giovanile, la prevenzione non si fa con le perquisizioni ma con interventi sociali e pedagogici

Tommaso Ferrari, consigliere comunale e Beatrice Verzè, vicepresidente di Traguardi, intervengono sul tema sicurezza e le misure messe in campo dal Comitato provinciale per l’ordine pubblico contro l’ondata di teppismo i città: «Nel programma dai toni marziali del sindaco Sboarina – sottolineano – manca del tutto l’azione diretta per i giovani veronesi, sempre invisibili per le istituzioni se non quando ci sono perquisizioni da fare.

Il problema delle baby gang e della violenza minorile non è notizia di oggi, ma frutto di anni di assenza delle istituzioni, aggravato dalla crisi della pandemia. Con i ragazzi non si parla, non si costruiscono progetti nei quartieri dove vivono, non si aprono per loro spazi di aggregazione e occasioni di socialità, non si interagisce con le associazioni che quotidianamente li coinvolgono. E ancora una volta ci si esprime su un tema delicato e dimenticato come il disagio giovanile con toni e modalità tipici di chi, facendo la voce grossa, crede che le misure muscolari risolvano il problema.

Nessuno pensa che un maggior controllo del territorio non serva. Il punto è che da solo è del tutto inutile, perché gli agenti potranno intervenire sul singolo episodio, se per caso si trovano in zona, ma non sulle sue cause profonde. E dopo qualche settimana di operazioni plateali, saremo di nuovo da capo.

Crediamo serva partire da interventi di tipo sociale, pedagogico, in collaborazione con le scuole e le associazioni del territorio. Se pensiamo che con la violenza psicologica si possano aiutare e sensibilizzare ragazze e ragazzi in un momento già difficile, la politica e le istituzioni hanno fallito la loro missione».

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