Tre compari, due vaccini, e un pollo

(di Gianni De Paoli) Chiamali stupidi i tedeschi. Loro, zitti zitti, oltre ai vaccini della partita dell’Unione Europea, per non saper né legge né scrivere se ne sono comprati 30 milioni per conto loro. Sono andati dal sig. Pfizer con l’assegno in bocca e se li sono portati a casa. Hanno fatto bene. C’è poco da mugugnare. C’è poco da criticare. Qualcosa del genere hanno fatto anche i cugini francesi, che per molti versi saranno anche un po’ stronzi, ma per fare i loro interessi si dimostrano più furbi di noi. Gli unici che sono rimasti con le mani in mano siamo noi italiani. O meglio, il nostro governo, che purtroppo, a tutti gli effetti, è quello che ci rappresenta a livello internazionale e che può comprare i vaccini. Zaia, che proprio mona non è, dopo aver comprato per conto proprio le siringhe per somministrarlo, ha cercato di procurare anche il vaccino per i Veneti. Ma non c’è riuscito. Le Regioni non possono. Solo gli stati. E anche questo è un handicap da mettere nel conto del dibattito sul federalismo

Ma perché Conte, che poteva farlo, non l’ha fatto? Perché non c’ha pensato? Perché lui e i suoi degni compari si sono affidati all’Europa. Lasciamo fare tutto a Bruxelles, che ci vuole tanto bene! E intanto la Merkel e Macron si sono comprati i vaccini per conto loro. Avranno pensato: va bene l’Europa, ma intanto pariamoci il culo da soli. Insomma, i tedeschi fanno i tedeschi, i francesi fanno i francesi. E gli italiani? Lasciamo perdere, per carità di patria. Se facessimo un sondaggio c’è da giurare che la stragrande maggioranza avrebbe voluto che anche noi ci fossimo procurati i vaccini per conto nostro. E anche in quest’occasione emerge una grande verità, che è il principale nodo da sciogliere se vogliamo uscire da l’impasse in cui ci siamo cacciati: un conto è l’Italia, un altro è il suo governo. C’è ormai una divaricazione troppo profonda. Mattarella, signor Presidente, che cosa aspetta ancora?

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