Beffa all’ultimo minuto al Bentegodi con la Lazio che batte il Verona per 1-0. Le squadre scendono in campo senza gli allenatori: Juric in tribuna, squalificato per una bestemmia tirata in finale della partita col Cagliari; Simone Inzaghi col Covid. Il primo tempo, dopo una prima fase di prevalenza laziale, soprattutto per delle sbavature della difesa veronese, si è snodato con un sostanziale equilibrio, giocata con un ritmo piuttosto alto e con un’unica occasione, da parte degli ospiti: un palo colpito da Immobile. Entrambe le squadre sono motivate. I gialloblù caricati da Juric che per principio manda l’Hellas in campo solo per vincere, la Lazio per fare risultato necessario all’accesso in Champion League.
Emozione al 1’ della ripresa per un gol giustamente annullato alla Lazio che nel secondo tempo sente il peso del ritmo tenuto fino ad allora e rallenta. Il Verona prende coraggio e mette in piedi più di un’occasione, ma ancora una volta emerge il problema delle punte nel realizzare. Solito turnover di sostituzioni, ma è all’ultimo momento che inopinatamente cambia il risultato per una serie di errori della difesa -nell’ordine di Davidwowic, Magnani e Silvestri-sulla prima palla messa in area dalla Lazio nel secondo tempo che permette a Milincovic Savic di segnare. Sconfitta immeritata. Una beffa a un minuto dalla fine. Ma questo è il calcio.
Ciò non cambia il giudizio complessivo sulla partita e sulla squadra. L’identità dell’Hellas è ormai un tutt’uno con il suo allenatore. E’ lui che ha creato il Verona delle ultime due stagioni e lo ha fatto valorizzando al massimo il materiale umano che si è trovato. Senza di lui, allenata da chiunque altro, il Verona non sarebbe già salvo due mesi prima della fine del campionato con 10 giornate d’anticipo. Se i rumors circa la sua partenza dovessero rivelarsi azzeccatila squadra tornerebbe indietro di tre anni. Speriamo di no.