La Divisione Corporate del gruppo Unicredit Banca d’Impresa non si smentisce nè a livello nazionale nè europeo, puntando sull’alleato di sempre ovvero le Pmi[//]. L’utile netto di Banca d’Impresa per il 2006 corrisponde a 631 milioni di euro, il 17,1% in più rispetto l’anno precedente. L’attenzione alle esigenze del mondo imprenditoriale ha generato iniziative che hanno prodotto oltre 10 miliardi di euro in finanziamenti a imprese ed enti, riaffermando il sostegno di Ubi alle piccole e medie imprese. Di conseguenza il totale dell’attivo, alla fine dell’anno scorso, si è attestato a 70.713 milioni di euro, di cui il 91% è costituito dai crediti verso la imprese. La segmentazione della clientela in fasce, favorisce lo sviluppo di un network che riguarda gli interessi e le esigenze di un totale di oltre 350.000 imprese. Oltre allo small ed al mid corporate, è in espansione anche la branca del gruppo che è nata appositamente e continua ad occuparsi del large corporate nelle core countries del gruppo, cioè Austria, Germania e Italia. La specializzazione è uno dei punti cardine sui quali Banca d’Impresa ha impostato il proprio sviluppo e che sembra procedere, per il quarto anno consecutivo, con delle cifre in costante crescita. «Siamo passati dalla scena italiana a quella europea – sottolinea Vittorio Ogliengo, amministratore delegato di Unicredit Banca d’Impresa e responsabile della Divisione Corporate – e dobbiamo confrontarci con altre importanti imprese. La segmentazione delle categorie che compongono la nostra clientela è una scelta interna che ci permette di esprimere al meglio il nostro potenziale e di indirizzare le forze verso le esigenze specifiche di ogni singola impresa, continuando a crescere al di fuori dei confini italiani ed europei. Guardiamo dove abbiamo la professionalità e non la sede legale». Sono 400 le filiali, insediate nelle tre core countries, che a fine anno hanno generato un monte attivo di oltre 170 miliardi di euro, cioè un quinto dei ricavi totali e un terzo dell’utile operativo di tutto il gruppo. L’opera di internazionalizzazione affonda le sue radici nel rafforzamento dell’assetto di Banca d’Impresa e nel coordinamento delle leader corporate e di tutte le aziende sparse nel mondo. Della divisione fanno infatti parte, oltre che Unicredit Impresa, anche i settori corporate di Hvb e Bank Austria, e l’unità Global Financial Services. La collaborazione con gli altri paesi ha reso possibile lo sviluppo e l’ottimizzazione del servizio offerto dal gruppo . E’ stata così istituita Locat, la sub-holding che riunisce le società di leasing distribuite nei 16 paesi in cui il gruppo è presente, che rappresenta uno dei suoi “centri di eccellenza”. Per quanto riguarda l’Italia, Unicredit Banca d’Impresa ha fornito il 23% del credito aggiuntivo complessivamente erogato nell’anno dal sistema bancario alla clientela, costituita fino ad oggi in modo prioritario dalle imprese “non finanziarie” censite comuni con l’esclusione dei grandi gruppi. L’ Ubi banca ha inoltre attuato il rafforzamento della rete interna nelle tre regioni in cui la sua presenza è sempre stata un po’ “traballante”, ovvero Lombardia, Toscana e Lazio. Oltre alle tre sedi inaugurate in Lombardia, sono altre sei quelle dedicate esclusivamente al large corporate e che sono distribuite fra le città di Torino, Verona, Treviso, Bologna, Firenze e Roma. Anche il tasso di occupazione è in crescita: in seguito all’incorporazione di Banca Mediocredito il tasso degli impieghi è lievitato del 15% rispetto l’anno 2005. «Il nostro tendenziale si mantiene costante – spiega Mario Aramini, direttore generale di Unicredit Banca d’Impresa – sopratutto in vista dei progetti che si stanno sviluppando parallelamente al nostro piano annuale. La crescita anche per il 2006 dell’utile netto, del credito e delle quote di mercato, dimostra che non siamo arrivati ma che ci troviamo su di una linea crescente di sviluppo. Questa è la dimostrazione della fiducia che il cliente pone in noi e nella qualità del nostro lavoro». A testimonianza del sostegno fornito alle piccole imprese, il 24% del credito aggiuntivo erogato nell’ultimo anno è andata a vantaggio di imprese con fatturati fino a 5 milioni, mentre la componente a medio-lungo termine rappresenta il 53,4% del totale del portafoglio degli impieghi con la clientela. «Le imprese, sia piccole che grandi, – continua Ogliengo – hanno imparato a puntare più in alto. Il loro aumento e crescita è dovuto anche all’opera di autofinanziamento che molte società hanno attuato. Occupandoci di tutto il range di imprese che sono nate o che sono ancora in crescita, conoscendo le esigenze che questo sforzo comporta e coprendo con la nostra opera circa il 50% dei ricavi, siamo diventati un tassello fondamentale nel puzzle dell’economia internazionale. Non dimentichiamo che siamo la più grande banca europea che ha sede in Italia». Non solo le imprese sono state prese in considerazione nel piano di Banca d’Impresa di quest’anno, ma anche gli enti pubblici. Altre sette filiali sono state infatti create per gestire le esigenze della categoria. Assieme alle nove destinate al large corporate e le altre 14 nuove sedi per i mercati in espansione, la creazione di nuove succursali sottolinea la poderosa crescita nell’ultimo anno di vita di Banca Impresa e delle aziende che su di lei fanno affidamento. Per quanto riguarda il Veneto, ma in generale tutto il nord-est, si è agganciato alla locomotiva Europa in maniera consistente, lanciando dei buoni segnali di ripresa. Le quote di mercato in un anno, sono cresciute in media dell’1,5% in tutte le province della regione e fanno affidamento principalmente sui settori tessile, abbigliamento, informatica e telecomunicazioni, metalmeccanico e trasporti.