Utilizzato per la prima volta per un trapianto di rene un farmaco che inibisce il rigetto. Importante progresso nei trapianti 

Per l prima volta all’ospedale di Padova per un trapianto di rene è stato utilizzato un nuovo farmaco, appena autorizzato dall’Aifa ( Agenzia italiana del farmaco) lo scorso 7 dicembre, che inibisce la reazione anticorpale del trapiantato nei confronti dell’organo del donatore. Si tratta di un importante passo avanti nel trattamento dei trapianti d’organo che, com’è noto, quand’anche l’intervento chirurgico ha avuto successo, possono fallire a causa del ‘rigetto’, ovvero della reazione dell’organismo del ricevente che riconosce come estraneo l’organo trapiantato. La reazione consiste nella produzione di anticorpi specifici contro l’antigene rappresentato dalle cellule individuate dal sistema immunitario come estranee.
Ciò rappresenta un ostacolo non da poco ai trapianti d’organo in quanto limita molto la scelta dei donatori, che devono avere delle caratteristiche genetiche non troppo dissimili da quelle del trapiantando. Si generano così lunghe liste d’attesa per trovare l’organo più compatibile. Per il trapianto di rene ciò comporta l’utilizzo della dialisi che, oltre a rappresentare un costo è anche una grave limitazione alla qualità della vita di chi è in attesa di trapianto.
“In Italia ci sono circa 6 mila pazienti in lista d’attesa per il trapianto di rene – ha spiegato Massimo Cardillo, direttore del Centro Nazionale Trapianti-. Il 17% di queste persone presenta un alto livello di anticorpi contro gli antigeni di tutte le persone, quindi anche dei potenziali donatori. La presenza di questi anticorpi rende, dunque, difficile trovare donatori. Per la prima volta è stato trovato un farmaco che scinde questi anticorpi rendendoli inefficaci, consentendo così il trapianto”
Il nuovo farmaco si chiama Imlifidase ed è stato presentato dal direttore generale dell’azienda ospedaliera, Giuseppe Dal Ben, e da Massimo Cardillo.

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