(di Gianni De Paoli) Zaia è bravo. La rielezione col 76% se l’è meritata tutta, ma guardando gli equilibri da Verona non si può non notare uno sbilanciamento degli assetti sul Veneto orientale e una marginalizzazione sempre più forte della nostra provincia. E’ vero che Elisa De Berti, assessore ai lavori pubblici, è stata nominata vice-presidente della giunta, ma è anche vero che questa nomina nella sostanza vale come titolo onorifico ed è un implicito riconoscimento che a Verona è stato dato ben poco, un premio di consolazione a costo zero.
Almeno fintantoché non avremo l’autonomia, le deleghe più importanti che hanno le regioni sono la Sanità e l’Agricoltura, settori dove il Veneto può metterci del suo più che in altri e quindi i relativi assessorati sono più pesanti di altri. In particolare la Sanità che, specie in un momento come questo, per i soldi che muove, per le risorse umane che gestisce, per l’impatto che ha sulla popolazione è di gran lunga l’assessorato più importante. Se poi si considera che Zaia ha unificato, anche giustamente, data l’integrazione socio-sanitaria su cui è impostata l’assistenza in Veneto, la Sanità con i Servizi Sociali, si può affermare che l’assessore Manuela Lanzarin, vicentina, è di gran lunga l’assessore più importante.
L’altro assessore di peso è quello all’Agricoltura: Federico Caner, di Treviso come Zaia. Poi, senza nulla togliere alle loro capacità e alla loro importanza ci sono gli altri assessorati. Al Lavoro e all’Istruzione c’è Elena Donazzan, vicentina, l’unica di Fratelli d’Italia; Giampaolo Bottacin (Belluno) ha la delega all’Ambiente; Francesco Calzavara (Venezia) al Bilancio; Cristiano Corazzari (Rovigo) alla Cultura; Roberto Marcato (Padova) allo Sviluppo Economico. Che cosa si deduce da questa fotografia? Che Verona, pur con il riconoscimento formale alla pur brava Elisa De Berti, è marginale. Ora Zaia nella costituzione delle Commissioni ha la possibilità di riequilibrare gli assetti dando ad un veronese la presidenza della Commissione Sanità, la più importante. Vedremo nei prossimi giorni.
31 Ottobre 2020
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Verona ai margini, di nuovo. Zaia può riequilibrare il gap grazie alla Commissione Sanità
(di Gianni De Paoli) Zaia è bravo. La rielezione col 76% se l’è meritata tutta, ma guardando gli equilibri da Verona non si può non notare uno sbilanciamento degli assetti sul Veneto orientale e una marginalizzazione sempre più forte della nostra provincia. E’ vero che Elisa De Berti, assessore ai lavori pubblici, è stata nominata vice-presidente della giunta, ma è anche vero che questa nomina nella sostanza vale come titolo onorifico ed è un implicito riconoscimento che a Verona è stato dato ben poco, un premio di consolazione a costo zero.
Almeno fintantoché non avremo l’autonomia, le deleghe più importanti che hanno le regioni sono la Sanità e l’Agricoltura, settori dove il Veneto può metterci del suo più che in altri e quindi i relativi assessorati sono più pesanti di altri. In particolare la Sanità che, specie in un momento come questo, per i soldi che muove, per le risorse umane che gestisce, per l’impatto che ha sulla popolazione è di gran lunga l’assessorato più importante. Se poi si considera che Zaia ha unificato, anche giustamente, data l’integrazione socio-sanitaria su cui è impostata l’assistenza in Veneto, la Sanità con i Servizi Sociali, si può affermare che l’assessore Manuela Lanzarin, vicentina, è di gran lunga l’assessore più importante.
L’altro assessore di peso è quello all’Agricoltura: Federico Caner, di Treviso come Zaia. Poi, senza nulla togliere alle loro capacità e alla loro importanza ci sono gli altri assessorati. Al Lavoro e all’Istruzione c’è Elena Donazzan, vicentina, l’unica di Fratelli d’Italia; Giampaolo Bottacin (Belluno) ha la delega all’Ambiente; Francesco Calzavara (Venezia) al Bilancio; Cristiano Corazzari (Rovigo) alla Cultura; Roberto Marcato (Padova) allo Sviluppo Economico. Che cosa si deduce da questa fotografia? Che Verona, pur con il riconoscimento formale alla pur brava Elisa De Berti, è marginale. Ora Zaia nella costituzione delle Commissioni ha la possibilità di riequilibrare gli assetti dando ad un veronese la presidenza della Commissione Sanità, la più importante. Vedremo nei prossimi giorni.