(di Bulldog) Sabato si terrà il Verona Pride – qui il nostro video con gli organizzatori – col neosindaco che darà il via alla manifestazione. Un atto perfettamente legittimo ed un segnale di attenzione nei confronti di una parte della società veronese che da tempo ha trovato diritti e legittimità. Non siamo nella Federazione Russa, non siamo in Afghanistan, in Arabia Saudita o in Iran. Qui chiunque declina la propria sessualità come meglio crede e sono convinto che la pruderie di sapere chi scopa con chi sia roba da perdigiorno e beghine d’altri tempi. Fra adulti consenzienti, fate quello che vi pare. A me, e credo a molti, non interessa. Trovo persino assurdo doverlo ripetere, ma tant’è…ci inchiniamo tutti al politicamente corretto che ci sta imponendo un nuovo conformismo: prima di discutere di diritti civili, sesso e colore della pelle dobbiamo recitare le nuove preghiere: non sono razzista, non sono omofobo ecc ecc…

Dette le nuove orazioni una cosa però vorrei dirla: che il Pride di sabato non diventi l’ennesima occasione per rifilarci nuovamente la teoria della Verona omofoba, razzista e dall’anima nera. Abbiamo già dato col professor Marsiglia e tanti altri esempi similari… Eppoi, avete vinto le elezioni a dimostrazione che Verona non è nessuna delle tre, non è l’Alabama del Klan, ma – soprattutto – Verona non ha mai negato a nessuno un ruolo, una posizione pubblica, uno spazio sociale, dei diritti civili perchè di un particolare orientamento sessuale. Mai. Abbiamo – sin dalla Prima Repubblica – figure pubbliche di primo piano che si fanno la propria vita senza che questo le abbia danneggiate. In tutte le aree politiche, anche nella destra che credete omofoba e oscurantista. E ci mancherebbe altro! Quindi, evitate polemiche inutili: nessuno a Verona nega i vostri diritti.

Su cosa è una famiglia, su chi e come si possa adottare un bambino o una bambina, c’è una legittima, doverosa, aperta e trasparente discussione. Questi sì, come l’aborto e l’utero in affitto, sono temi che vanno dibattuti ed affrontati con estrema serietà, passione e forte impegno civile. Da parte di tutti. E bisogna poterlo fare senza che il nuovo pensiero unico, il nuovo conformismo, restringa spazi di dibattito. Anche perchè dal conformismo, vecchio o nuovo che sia, alla “banalità del male” il passo è davvero molto breve.