Zaia critica Draghi: non ha messo l’autonomia nell’agenda del governo. Forse ci serve il modello Sudtiroler Volkspartei

Zaia si è lamentato che l’Autonomia non sia stata inserita nell’agenda del governo. Ha ragione. Non è un bel segnale.  Noi la volgiamo. La aspettiamo da 1530 giorni. Ma non ce la danno. E sì che la Lega è al governo! Ma Autonomia niente. Non se ne parla. Eppure al referendum ha votato a favore il 98,8% dei Veneti. Ma Roma se ne frega. A Roma non serve. Cioè al potere. Al potere che sta lontano dal popolo. Che non vuole che il popolo si responsabilizzi con la sussidiarietà. Tutto deve continuare così. In modo che sul popolo prosperi una classe parassitaria con la scusa di organizzarci la vita. E invece ce la complica. Ma tant’è. L’Autonomia non ce la vogliono dare. 

Allora forse è stato sbagliato qualcosa. Non nei principi. Nella tattica. Forse bisognava capire che la riforma federale era un’utopia in un paese dove milioni di cittadini vivono alle spalle di altri. E che la secessione non era possibile. Catalogna insegna. 

Ma se non basta nemmeno la Lega al governo, che cosa bisogna fare? Semplice. Guardarsi attorno. Imparare dalla storia maestra di vita. Facciamoci una domanda: chi è che oggi gode della maggior autonomia? Sicilia e Alto Adige- Sud Tirolo. E di riflesso un po’ anche il Trentino. Perché?

I motivi sono opposti. L’autonomia siciliana è stata concessa. Quella del Sud Tirolo è stata presa. Quella siciliana è stata elargita dai vincitori alla mafia in cambio della collaborazione per essere stata la testa di ponte degli Americani nell’invasione. E’ un autonomia enorme, vestigio di quella che avrebbe dovuto esser una nazione a sé stante, come nel progetto di Finocchiaro Aprile.

L’autonomia del Sud Tirolo è invece stata guadagnata giorno per giorno con una paziente azione politica che si è basata sull’antico principio del “do ut des”. La Sudtiroler Volkspartei – nella foto il suo fondatore, Silvius Magnago – ha appoggiato tutti o quasi i governi. Non importa se di centro, di destra o di sinistra. L’importante era che in cambio dei voti della SVP mollassero dei pezzetti di autonomia. Così nel corso degli anni, pezzetto dopo pezzetto, sono arrivati alla situazione di oggi. Che per noi Veneti sarebbe un paradiso! 

Ecco. L’errore è stato lì: inserirsi nel sistema romano. Forse bisognava fare come i vicini di Bolzano. Io ti do una cosa a te e tu mi dai una cosa a me. Io appoggio il tuo governo e tu mi dai un pezzo d’autonomia. Dagli anni ’90, quando la Lega ha cominciato a pesare politicamente, ad oggi, sicuramente in termini di autonomia qualcosa di più avremmo ottenuto. Zaia ha ragione a lamentarsi. Chissà se c’ha pensato?

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