Calendario venatorio integrativo e caccia in deroga ad alcune specie di uccelli protetti da direttive comunitarie
Questa mattina nella Sala Rossa del Palazzo Scaligero l’assessore provinciale alla Caccia e Pesca Luca Coletto, il consulente dell’assessore Claudio Arzenton e Ivano Confortini responsabile del servizio Caccia e pesca hanno presentato le novità di quest’anno in materia di calendario venatorio integrativo e di caccia in deroga ad alcune specie di uccelli protetti. La stagione venatoria aprirà ufficialmente il prossimo 16 settembre ma già da sabato primo settembre sono previste alcune pre-aperture.[//] L’assessore Coletto ha dichiarato: “Per la stagione di quest’anno si prevedono diverse novità che riguardano, ad esempio, le modifiche del calendario venatorio integrativo sulle zone alpine. Inoltre, per la prima volta è stata realizzata una carta faunistico-venatoria ufficiale che mostra la divisione tra zone pubbliche e private programmate per l’attività venatoria e quelle invece vietate alla caccia. Sono inoltre soddisfatto di poter annunciare che la Provincia ha ottenuto l’avvallo del Tar e della Regione Veneto riguardo le consegne dei tesserini venatori e l’uso dei richiami vivi da caccia”. CALENDARIO VENATORIO INTEGRATIVO. Per le zone alpine fino all’anno scorso ne venivano emanati 2, uno per il Baldo e uno per la Lessinia. Quest’anno, per effetto dell’applicazione del Piano faunistico regionale, i comprensori alpini sono diventati 23: 9 nella zona del Baldo e 14 in Lessinia. La Provincia ha quindi emanato un unico calendario integrativo, distinto nelle due macroaree, ma che tiene conto delle richieste avanzate dai singoli comprensori. Ulteriori restrizioni (limitazione carniere, uso dei cani, orari e periodi di caccia) sono decise dai singoli comuni del territorio interessato . Il calendario integrativo provinciale stabilisce la data di apertura della caccia alla terza domenica di settembre. Invece, la preapertura di sabato 1 e domenica 2 settembre riguarderà solo il territorio di pianura e collina investito dagli ambiti di caccia e solo alcune specie di appostamento: la ghiandaia, la cornacchia, la gazza, la tortora e il merlo. Dal primo ottobre, inoltre, sarà cacciabile il camoscio in montagna. Quest’anno è stata aumentata la quota per via che sul Baldo si sono raggiunti i 700 esemplari previsti dal piano pluriennale di ripopolamento degli anni ’80. CARTA FAUNISTICO-VENATORIA. Il nostro territorio è suddiviso in zone pubbliche sottoposte a una gestione programmata della caccia, zone private in cui sarà possibile fare attività venatoria previo pagamento e zone vietate alla caccia comprendenti riserve e oasi naturali destinate alla protezione o al ripopolamento della fauna. Quest’anno, per la prima volta sarà distribuita ai cacciatori una carta dettagliata delle zone, con l’indicazione precisa delle date, orari e specie cacciabili. CACCIA IN DEROGA. Sono state ampliate le specie di uccelli ammessi al prelievo. La Regione del Veneto, con legge n° 132005, ha ammesso il prelievo venatorio di talune specie di uccelli protette dalla direttiva comunitaria 79/409/CEE (storno, passero, tortora dal collare, cormorano) per ragioni legate al contenimento delle popolazioni al fine di limitare i danni arrecati dalle stesse alle produzioni primarie e per commisurati prelievi a specie appartenenti alle cacce tradizionali (peppola e fringuello) tali da non comprometterne il loro status. TESSERINI VENATORI .I cacciatori non possono essere sanzionati una volta che la stagione venatoria è chiusa. Lo ha stabilito il Tar che ha respinto il ricorso della Lipu (Lega italiana protezione uccelli), condannata anche a pagare le spese legali. L’associazione aveva controllato un campione di tesserini venatori, riconsegnati al 31 marzo 2006 dopo la chiusura della stagione, sostenendo che gli uffici provinciali non avevano sanzionato. “I cacciatori non possono avere sanzioni postume – ha confermato Coletto -. Una volta consegnati, i tesserini diventano semplici atti amministrativi a fini statistici e programmatori. Da subito, questa è stata la nostra posizione, confermata ora dai giudici”. USO DEI RICHIAMI VIVI. “Anche in questo caso sono state accolte le posizioni della Provincia di Verona – ha ricordato l’assessore -. Finora, ai nostri cacciatori non era ammesso utilizzare richiami vivi che avessero l’anello Foi o Fimov. Ora invece la nuova legge regionale ammette l’utilizzo di richiami vivi provenienti da allevamento”. Un aspetto fondamentale e innovativo contenuto nella L.R. 24/2007 è rappresentato infatti dalla modifica all’allegato C della L.R. 50|93 (allevamenti di uccelli appartenenti alle specie cacciabili da utilizzare come richiami di caccia). Allo stesso modo dei soggetti prodotti in allevamento ed appartenenti alle specie protette, regolamentate dalla L.R. 1597, anche quelli appartenenti alle specie cacciabili possono essere dotati di anello inamovibile fornito dalle associazioni ornitologiche riconosciute (F.O.I. e FIMOV) in alternativa a quello che fino all’anno scorso veniva obbligatoriamente fornito dalla Provincia.