(di Marco Danieli) Verona non userà altro suolo oltre quanto già stabilito. Questa mattina, in Comune si è tenuta una conferenza stampa per illustrare i nuovi parametri per il consumo del suolo. In una delle ultime giunte è stato deliberato di non fare richiesta alla Regione Veneto di rideterminare la quantità di suolo disponibile all’utilizzo edile. Contrariamente a Rovigo, Padova, Venezia, Treviso e Vicenza il Comune di Verona ha deciso di non richiedere più suolo oltre a quello già assegnato dalla Regione Veneto di 94,91 ettari.

Perché questa scelta? Ilaria Segala, assessore alla pianificazione urbanistica ha commentato: “Ormai la necessità di una città come Verona è quella di andare a consumare le aree dismesse cioè riconvertire tutto quel suolo che è già utilizzato ma magari è dismesso. Negli anni passati Verona si è contraddistinta per un consumo molto ampio di suolo, tanto da essere nelle città che ne hanno consumato di più. Per questo siamo andati verso questa direzione.

Ora, gli Uffici dell’Urbanistica e il Dirigente, l’architetto Toffali, hanno dichiarato di procedere velocemente a una revisione di questi aspetti del consolidato per arrivare a portare in consiglio comunale a breve una variante al PAT (Piano di Assetto del Territorio) sul consumo del suolo. Questa quindi cristallizzerà le zone dove effettivamente non si può consumare. E’ la Regione Veneto che ha dato ulteriori dettagli per quanto riguarda la scelta delle aree, per quanto riguarda questa decisione i termini scadranno il 21/12/20. Verona ha scelto di riqualificare le aree dismesse che ricoprono, secondo gli ultimi calcoli da aggiornare, 25 Km quadrati, oltre ai 94, 91 ettari già disponibili all’utilizzo.

L’architetto Toffali ha dichiarato: ”Personalmente la ritengo una decisione coerente con gli indirizzi dell’amministrazione, che vanno verso la riduzione del consumo di suolo e quindi perfettamente in linea con lo spirito di legge. L’amministrazione in base alla proposta della regione aveva due possibilità: o accettare questa quantità definita o poteva chiedere una modifica in aumento che però avrebbe determinato una più attenta analisi e una motivazione consistente, che la provincia e il comune di Verona non hanno. L’obiettivo è quello di andare verso il riutilizzo delle aree dismesse. In particolare, a breve, appronteremo anche la Variante 29 con la quale si interverrà nell’ambito del tessuto consolidato per riqualificare tutte quelle aree che necessitano una riconversione”.

Sottolinea Michele Bertucco: «Bella forza, in presenza di un PAT (Piano di Assetto del Territorio) palesemente taroccato che ha permesso in questi anni di continuare a costruire ben oltre ogni limite. Avevamo smascherato le previsioni gonfiate ancora nel 2015 quando avevamo dimostrato carte alla mano come la superficie del territorio comunale è di 198,8 kmq e non 206,6 kmq che era stata utilizzata nel Piano di Assetto del Territorio per “gonfiare”la Superficie Agricola Trasformabile (SAT) del Comune di Verona. In questo modo nel 2007 e nel 2011 (col Piano degli Interventi – PI) si era determinata la possibilità di rendere edificabili 1.678.000 mq di suolo agricolo, anziché 791.000 mq, determinando un consumo di suolo immotivato di quasi 900.000 mq che avrebbe dovuto rimanere agricolo. Per questi terreni con diversa destinazione urbanistica (edificabile) abbiamo stimato un valore di mercato di circa 200 milioni di euro. Avevamo chiesto, inascoltati, a questa amministrazione che prima di procedere con altre Varianti al PI o con nuove cementificazioni di rettificare le previsioni del PAT, non solo riducendo il valore della superficie agricola trasformabile ai 791.000 mq con il conseguente adeguamento del PI. Ora, l’amministrazione Sboarina dice che si accontenterà di cementificare ulteriori 94, 91 ettari di territorio previsti dalla legge regionale, ma si dimentica come la precedente amministrazione Tosi del PAT taroccato».