Continuano a scendere i ricoveri in Veneto, ma la nostra regione è circondata da altre realtà che continuano a veder crescere l’epidemia: sono 3.158 i cittadini ricoverati, 2.809 in area non critica (meno 60 su ieri) e 349 in terapia intensiva (meno 2), sessanta pazienti in meno rispetto al picco del 31 dicembre scorso (allora furono 401). Si tratta del quindicesimo giorno di calo nel peso ospedaliero. 100 i posti liberi nelle terapie intensive: in sofferenza il Veronese e, in parte, l’area trevigiana. Nel Veneto, ci sono poi altri 3mila pazienti curati a casa, al proprio domicilio. Mancano nella presentazione odierna alcuni dati per un problema informatico acquisiti dal sistema, ma non pubblicati. Il Veneto entrerà in zona arancione nonostante l’Rt sia sotto all’1: si parla di 0.95; entriamo per il tasso di ospedalizzazione (il veneto è la sesta regione in Italia). Durerà due/tre settimane.

«Non è uno scenario tranquillizzante – dice Luca Zaia – attorno a noi ci sono paesi in lockdown come la Germania e il Regno Unito che non vedono risultati positivi. Può darsi che sia a causa della variazione del virus, ma nessuno ci sa dare risposte esatte su questo e su come si muove realmente il Covid-19. Quindi, fondamentale essere molto prudenti. La strada è lunga: dobbiamo arrivare a maggio con le vaccinazioni ed il cambio di clima con la buona stagione».