L’arbitraggio che ieri ha fatto perdere il Chievo nella gara casalinga conto il Monza, una delle dirette concorrenti nella corsa alla A, è uno di quelli destinati a lasciare traccia. E non solo nella classifica della squadra veronese penalizzata dalle decisioni arbitrali.

Dopo la partita il presidente Campedelli, solitamente taciturno e compassato, non ha lasciato passare la cosa sotto silenzio.  Si è giustamente scagliato contro l’arbitraggio indegno. Il rigore negato al Chievo al 7° per un mani in area di un difensore a 50 centimetri dalla porta del Monza avrebbe potuto essere decisivo per il risultato. Si sa che un rigore di solito viene trasformato e che quindi essere il vantaggio di un gol già dall’inizio è un bell’andare. Ma l’arbitro non l’ha visto. Le riprese televisive lo dimostrano. Dopo cinque minuti il Chievo segna un bellissimo gol con Margiotta che si tuffa di testa a volo d’angelo su un cross e insacca. E’ tutto regolare. Ma l’arbitro vede un fuorigioco inesistente. Il giocatore veronese era perfettamente in linea.

Solo una volontà penalizzatrice potrebbe percepire il millimetro, che peraltro non risulta nemmeno dalla ripresa televisiva. E siamo alla seconda decisione arbitrale sbagliata. Il Chievo sarebbe già sul 2-0. All’inizio del secondo tempo Terraciano, che come tutti sanno è una delle principali fonti di gioco del Chievo, dalla cui azioni sulla sinistra sono scaturiti un sacco di gol, viene falciato con una fallo che Campedelli definisce “da codice penale”. Tanto che il giocatore si fa del male ed è costretto ad uscire ed essere sostituito. Per l’arbitro tutto regolare.

A questo punto la bomba di Campedelli: se qualcuno ha deciso che il Chievo deve sparire lo faremo. Una minaccia di ritirare la squadra dal campionato? Reazione pesantissima. Come pesanti sono le provocazioni fin qui subite dalla sua squadra. Staremo a vedere.