Audizione sull’Aeroporto in 4^ Commissione Consiliare del Comune di Verona presieduta da Alberto Zelger. Ce n’erano già state altre due, dove avevano parlato i dirigenti della Catullo spa, tutti allineati sulla veneziana Save. La terza audizione non ha fatto eccezione. Lunga e soporifera relazione dell’amministratore delegato Monica Scarpa che ha ovviamente illustrato la bontà della sua gestione. C’è da chiedersi per quale motivo vengano organizzate queste audizioni che non aggiungono nulla a quello che già si sa sulla situazione dell’Aeroporto di Verona. Vengono chiamati a “informare” i consiglieri comunali i responsabili della conduzione attuale. Come chiedere all’oste se il vino è buono. Che cosa ci si può aspettare? Niente.

E questo fa il gioco di Save, che ha come unico interesse quello di affossare Verona in favore di Venezia. E ci sta riuscendo , con la complicità dei suoi valletti veronesi. In 7 anni nessun investimento, se non per il minuto mantenimento. Nessuna strategia per rilanciare l’Aeroporto che sta scivolando verso l’irrilevanza. Intanto hanno provveduto a ridurre a un magazzino lo scalo di Montichiari, che nella visione lungimirante di chi l’aveva costruito avrebbe dovuto diventare un importante aeroporto per merci del nord. E c’è poco da fare la ruota per 62 milioni investiti sul piano “Romeo”, un progetto datato 2013 rimasto nel cassetto per anni. Il minimo sindacale per non chiudere, spacciato come la panacea per il rilancio. Ma si tratta solo di aggiungere 6 banchi per il check-in e 6 gates. Se è questo il rilancio c’è da preoccuparsi. Sono gravi le responsabilità dei soci veronesi che continuano ad accettare questo stato di cose. L’amministratore delegato, fra un “come dire” e l’altro ha snocciolato una sacco di dati, che se non parametrati con quelli degli altri aeroporti del nord non significano granché. Dati tutti proiettati sul 2030. Ma nel 2030 l’aeroporto ci sarà ancora?