Davanti al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Borgo Trento in lungadige Attiraglio c’è un semaforo. Serve a permettere l’uscita dal posteggio dell’Ospedale. Arriva il rosso: i veicoli che transitano nel lungadige si fermano, dal garage escono le macchine che devono uscire, poi torna il verde e via.
Ieri, tornando da Parona, ero fermo al semaforo perché era arrivato rosso. Che cosa vedo? Una signora che alla guida della sua auto provenendo dalla direzione opposta, ad andatura sostenuta, senza il minimo accenno di rallentamento, tira dritto, come se il semaforo non esistesse. Dopo due secondi – ma proprio due secondi!- esce normalmente dal garage dell’ospedale una macchina. Il guidatore non sa che se fosse uscito due secondi prima sarebbe stato investito – e probabilmente ucciso- dalla signora che era passata poco prima col rosso.

Casi della vita, si dirà. Certo, nella vita il caso, la fortuna o l’angelo custode per chi ci crede, giocano un ruolo importante. A volte vitale. Ma noi umani nel nostro piccolo qualcosa dobbiamo pur fare per evitare il più possibile che fatti del genere possano accadere.
Ci sono colonnine dell’autovelox un po’ dappertutto. Sono una rottura di palle. Per lo più non funzionano, ma quando funzionano sono multe che fioccano per qualche chilometro allora in più di velocità. Chi non li sfora ‘sti limiti scagli la prima pietra! Limiti a volte ridicoli, come i 70 all’ora sulla bretella. Ma se invece di perseguitare gli automobilisti che sanno guidare anche a 80 o 90 all’ora su questa strada, ci si dedicasse di più a togliere di mezzo quelli che non sono nemmeno capaci di vedere un semaforo rosso? Sarebbe bastata una telecamera davanti al semaforo del Pronto Soccorso per individuare quella signora-pericolo-pubblico, ritirarle la patente e buttargliela via per sempre. Questa è la prevenzione. Altro che le colonnine arancioni!