Troppo vino in cantina. Francia soprattutto e, Italia meno, annunciano misure drastiche.

(di Bernardo Pasquali) Troppo vino ancora nelle cisterne o nei caveaux delle cantine italiane e francesi. Nell’ambiente agroalimentare, se c’è un settore che sta soffrendo molto tutte le avversità dopo il 2020, è certamente quello del vino. In modo particolare gli Still Wine, ovvero i vini fermi. in Italia i dati sono meno gravi solo per la locomotiva Prosecco che vola inarrestabile su numeri inarrivabili dalle altre denominazioni. In Italia le regioni più in sofferenza sono Lazio, Campania, Puglia, Abruzzo e Sicilia. Questo, secondo i dati che circolano tra i tavoli del MASAF.

Troppo vino ma i consumi vanno in senso opposto

Come avevamo scritto dopo la presentazione del rapporto Nielsen sui consumi nel 2023, presentato a Cibus Connecting a Parma, gli still wines mettono in evidenza valori negativi di vendita soprattutto in volume. Ricordiamo le percentuali: -6,8 Germania, -5,7 Spagna, -5,6 Francia, -6,1 Italia, -9,1 Inghilterra e -5 USA. Questi dati evidenziano come il calo di consumi previsti nel 2023 siano talvolta imbarazzanti come nel Regno Unito. Ciò che si evince e dai dati è che comunque se questi sono i valori in volume dei cali di vendite, i valori in valore degli acquisti cala molto meno, solo di una media dell’1- 2% circa. Significa che il consumatore ha deciso di bere meno e di bere meglio.

I dati dei consumi del report Nielsen a Cibus Connecting a Parma

La situazione in Francia: rateizzazione, distillazione ed estirpazione dei vigneti

Come al solito l’intervento decisionista francese è di esempio. Il Ministero dell’Agricoltura ha istituito una task force la quale ha affermato: “«Il contesto inflazionistico legato alla guerra in Ucraina sta acuendo le difficoltà strutturali di alcune aree viticole. Le tensioni si ripercuotono sul flusso di cassa delle aziende che, in molti casi, devono rimborsare i prestiti contratti con le banche per far fronte all’impatto economico della pandemia».  La soluzione più immediata sarà la rateizzazione a tasso zero delle quote ancora inevase dei finanziamenti.

Secondo scelta drastica l’avvio di un piano di distillazione dei vini di 160 milioni di euro. Si farà in due tranche rateizzabili, la prima entro l’estate e la seconda invece nel mese di ottobre. Il valore che è stato decretato è di 75€ per le AOC e 70 per le indicazioni geografiche.

Terza scelta drastica. Troppo vino? Bene allora all’avvio di una azione di estirpazione dei vigneti nelle aree di Bordeaux che diventerà strutturale cambiando quindi gli areali di allevamento della vite.

a sinistra vigneti di sicilia e a destra vigneti di Bordeaux

La situazione in Italia: forse la distillazione…

Troppo vino. Le giacenze sono ai massimi e mai come quest’anno si sono raggiunti valori di prodotto invenduto così alto. Cantina Italia stima che sia 60 milioni di ettolitri (+5% rispetto allo scorso anno) la quantità di vino ancora in cantina. la proposta da parte delle regioni di avviare un massiccio percorso di distillazione non è stato accolto favorevolmente dal Governo che ha dichiarato di non avere risorse per attivare le misure correlate. I soldi dovrebbero essere presi dai fondi OCM ma l’Unione Italiana Vini ha sollevato un polverone ritenendo giustamente che quei soldi non possano essere sottratti alle attività strategiche delle cantine di promozione, soprattutto nei mercati esteri.

In Italia non pervengono richieste di espianti forzati e strutturali. Eppure i primato di produzione vinicola mondiale, sottratto alla Francia e che molti sbandierano come un successo, forse oggi è solo un inutile peso economico di cui sbarazzarsi. Un serio intervento strutturale di revisione degli ettari vitati in Italia, soprattutto nelle regioni più sofferenti, varrebbe il coraggio di molti. La tendenza sempre più acclarata dei mercati e dei consumatori internazionali di scegliere meno vino ma più buono e di valore, credo debba fare riflettere per le strategie d’impianto dei prossimi anni.

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