Levata di scudi dei sindacati medici contro la decisione della maggioranza di riproporre nel decreto milleproroghe l’aumento a 72 anni dell’età della pensione dei medici convenzionati, ospedalieri e universitari, che era stato bocciato alla finanziaria.
“Dopo che il rapporto OCSE 2022 pone l’Italia al primo posto in Europa per l’età media dei medici dipendenti, con il 56% della categoria che ha più di 55 anni – dicono i sindacati Inn una nota- non è accettabile che l’unica risposta alla carenza di risorse umane sia un espediente. Una proposta del genere non solo non riduce il ricorso alle cooperative per il lavoro notturno e festivo, interessando personale che notoriamente non lavora di notte e di domenica, ma produce congelamento delle carriere e delle assunzioni negli ospedali, con un danno consistente per le donne e i giovani, in un momento in cui il numero di contratti di formazione specialistica registra un notevole incremento”.
“Il SSN ha bisogno di interventi strutturali primo tra tutti l’abolizione del tetto di spesa sul personale, che è la madre di tutte le battaglie, per consentire l’immediata assunzione dei giovani medici, anche specializzandi, pronti ad entrare nel SSN ma, di fatto, dolosamente bloccati proprio da chi ha interesse a sostituirli con i pensionati”. La contrarietà al progetto di alzare di due anni l’età pensionabile è totale.
“La crisi della sanità pubblica non si risolve con l’utilizzo di medici ultrasettantenni o il reintegro dei no vax, che, come armi di distrazione di massa, sono la spia della volontà di non affrontare il problema. Nè con il lavoro a cottimo dei medici gettonisti, italiani o stranieri che siano”. Nella nota i sindacati non accennano alle soluzioni alternative, limitandosi ad accennare a che la “carenza” secondo i sindacati medici “ richiede misure che il Governo conosce, ma non vuole applicare. Non c’è più tempo. E le toppe sono sempre peggio dei buchi”.