Le aggressioni a medici e infermieri diventano sempre più frequenti. Non solo verbali, ma anche fisiche. E a volte con conseguenze anche gravi, sia per il personale sanitario che per le strutture dove avvengono gli episodi di violenza. E’ impensabile che in un paese civile chi lavora curando il prossimo deva essere sottoposto al rischio di essere picchiato, ferito se non ucciso, com’è già accaduto a Pisa il 21 aprile 2023, quando fu assassinata la psichiatra Barbara Capovani.
Aumentare la presenza della Polizia negli ospedali potrebbe essere una soluzione. Che però va incontro alle note difficoltà della carenza di agenti.
Allora si supplisce con il ricorso alle agenzie di vigilanza privata, che tra l’altro sono un onere in più per le finanze del Ssn che non godono di ottima salute. Inoltre è impossibile mettere un poliziotto per ogni ambulatorio.
La proposta contro le aggressioni
Allora il senatore di FdI Ignazio Zullo ha pensato bene di presentare un disegno di legge ad hoc, innanzitutto per punire, oltre alle sanzioni per le violenze in sé, gli autori delle aggressioni. Ma anche per scoraggiarle.
La proposta è di sospendere per 3 anni la gratuità di accesso alle cure programmate e di elezione.
Hai aggredito verbalmente o fisicamente un medico o un infermiere? Male, non si deve fare. Quindi per 3 anni ti dovrai pagare tutte le cure di tasca tua. Il tuo nome verrà inserito nel database del Ssn, così quando cercherai di avere una visita o fare l’esame del sangue o altro che non sia un’urgenza, apparirà subito la scritta “sospeso dalla gratuità delle cure dal giorno x al giorno y”.
E’ chiaro che non sarà questo a risolvere il problema delle aggressioni al personale sanitario, ma è un provvedimento opportuno per colpire e scoraggiare coloro che si permettono di fare violenza a chi lavora per curare gli altri.