Verona guida la classifica delle province che più hanno assunto nel 2024: il saldo positivo – come evidenzia la grafica – è di 7.163 unità, il 25% del totale regionale. Per il mercato del lavoro dipendente privato in Veneto il 2024 si chiude con un bilancio positivo per +28.500 posizioni di lavoro, risultato che rimane al di sotto dei livelli registrati nel biennio precedente ma che si mantiene al di sopra del saldo del 2019. Al rallentamento osservato rispetto allo scorso anno contribuiscono una lieve riduzione delle assunzioni (-1%) e un leggero incremento nelle cessazioni (+1%).
Il mese di dicembre segna un calo delle attivazioni (-2%) che, a fronte della stabilità delle cessazioni, contribuisce all’inasprimento del saldo mensile (-13.600, era -12.800 nel 2023)).
Dal punto di vista contrattuale, il bilancio annuale relativo al tempo indeterminato è positivo (+29.100) ma in flessione rispetto al 2023 (+34.600) a seguito della riduzione gli ingressi – sia tramite assunzione (-6%) sia tramite trasformazione/qualificazione (-3%).
In riferimento al tempo determinato, il bilancio annuale è positivo (+2.200) e superiore a quello dello scorso anno (+1.600) grazie all’aumento delle attivazioni (+1%) e alla riduzione delle trasformazioni (-7%) che si contrappongono all’aumento delle cessazioni (+3%). Nel singolo mese di dicembre il saldo per questa tipologia contrattuale (-11.800) è meno sfavorevole rispetto al 2023 per via di un lieve aumento delle assunzioni (+2%) e di uscite prossime allo zero grazie al bilanciamento tra l’incremento delle cessazioni (+6%) e la contrazione delle trasformazioni (-24%).
Per quanto riguarda l’apprendistato, le dinamiche osservate nel corso del 2024 evidenziano un saldo negativo (-600) in leggero peggioramento sul biennio precedente; tale risultato si lega ad una riduzione degli avviamenti (-6% sul 2023) e ad un aumento delle conferme al tempo indeterminato (+18%).
Il lieve calo nelle assunzioni registrate nel corso del 2024 osservato rispetto al 2023 riguarda esclusivamente i rapporti di lavoro a tempo pieno (-2%), interessando in particolare le donne (-4%). I contratti part-time segnano invece una crescita (+2%) imputabile alla componente maschile (+7%) e a specifiche dinamiche settoriali nell’agricoltura e in alcuni ambiti del terziario. L’incidenza del part-time sul totale delle assunzioni rimane particolarmente elevata: nell’ultimo mese è pari al 35% e risulta in aumento sul 2023 per gli uomini (26%) e in leggera riduzione per le donne (49%).
Con riferimento alle principali caratteristiche socio-anagrafiche, il bilancio occupazionale del 2024 risulta positivo ma in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2023 per tutte le componenti, inclusi gli stranieri. Rispetto all’anno precedente le assunzioni mostrano un calo tra gli italiani (-5%), le donne (-3%) e gli adulti (-3%), e un aumento tra gli stranieri (+8%) e i senior (+4%). Il saldo negativo di dicembre risulta più sfavorevole per uomini, donne e stranieri; le nuove attivazioni contrattuali sono in calo per le donne (-4%), gli italiani (-5%) e gli adulti (-4%), mentre sono in crescita tra gli stranieri (+5%).
Il saldo del 2024 è positivo per tutte le province e in ridimensionamento rispetto al 2023 per la maggior parte di esse. Fanno eccezione i territori di Rovigo, con un bilancio in miglioramento, e Belluno, con il saldo cumulato sostanzialmente in linea con i risultati del 2023. La domanda di lavoro diminuisce a Venezia (-3%), Vicenza (-4%) e Treviso (-1%), mentre cresce a Belluno (+4%), Verona (+2%) e Rovigo (+2%).
Dal punto di vista settoriale, i dati riferiti all’intero 2024 mostrano bilanci positivi per tutti i tre macro-settori. Per l’agricoltura il saldo (+4.400 unità) è più favorevole di quello dell’anno precedente (+3.600). Nell’industria invece si registra un bilancio annuale in ridimensionamento (+4.700, quando era +10.100 nel 2023). Il rallentamento della crescita occupazionale nei dodici mesi si lega al peggioramento dei risultati registrati nell’industria tessile e abbigliamento (che, nel made in Italy, condivide con quella calzaturiera, conciaria e del legno-mobilio un saldo negativo e più sfavorevole del 2023) e, soprattutto, nel metalmeccanico.
Quest’ultimo comparto presenta un saldo appena positivo (+200) ben lontano dai risultati dello scorso biennio (+3.700 nel 2023 e +6.800 nel 2022).
Tra le “altre industrie”, la chimica-plastica registra un saldo positivo e in miglioramento rispetto a quello negativo dell’anno precedente. Per quanto riguarda le costruzioni, il bilancio annuale (+4.200) è appena al di sotto di quello del 2023.
Lavoro, nell’industria assunzioni giù del 7%
Il volume complessivo delle assunzioni nell’industria avvenute nel corso del 2024 cala del -7% rispetto al 2023; tale riduzione interessa quasi tutti gli ambiti, in particolar modo il metalmeccanico ed alcuni comparti del made in Italy (industria tessile-abbigliamento e calzaturiera). In crescita, per contro, le nuove assunzioni nelle costruzioni (+4%) e nell’occhialeria (dove la dinamica è in parte condizionata dagli effetti dei processi di stabilizzazione del personale attuati).
Nel terziario il saldo annuale (+19.400) risulta meno favorevole dell’anno precedente (+23.400) ma superiore ai livelli del 2022 (+15.600). Il ridimensionamento del bilancio del macro-settore rispetto al 2023 è legato alla contrazione del risultato nei servizi turistici (+5.300, era +8.200 nel 2023), nel commercio all’ingrosso (+2.300, era +3.400) e in quello al dettaglio (+2.900, era +3.400). Per quanto riguarda le attività della logistica in senso stretto, il saldo dell’anno (+1.700) rimane superiore a quello del 2023 grazie anche ai risultati di dicembre, che segna un bilancio negativo ma più favorevole di quello dell’analogo mese del 2023.
I contratti attivati nel corso del 2024 nel terziario sono leggermente inferiori rispetto allo scorso anno (-1%); fanno eccezione il commercio al dettaglio (+1%) e i servizi di pulizia (+12%, per i quali si registra anche un saldo in aumento). All’interno del terziario avanzato, nell’editoria e cultura il calo dei reclutamenti rispetto al 2023 è ancora condizionato dai picchi di attivazioni di contratti di brevissima durata associati all’ambito cinematografico.
Nel metalmeccanico, un focus sulle aziende della filiera dell’automotive ha evidenziato il rarefarsi della crescita occupazionale, negli ultimi mesi in particolare, con il progressivo rientro dei livelli elevati registrati soprattutto nel 2022 ed un saldo complessivo del 2024 divenuto negativo. Per quanto riguarda il made in Italy, nei comparti del tessile-abbigliamento e della concia-calzature è confermata la fase di contrazione occupazionale ed il 2024 si chiude con oltre 2mila posizioni di lavoro in meno rispetto al 2023.
Guardando nel dettaglio l’evoluzione delle dinamiche occupazionali su base mensile è evidente come il bilancio occupazionale cumulato registrato nel 2024 per le aziende della filiera dell’automotive sia divenuto negativo dal mese di giugno arrivando a fine dicembre ad aver accumulato una significativa perdita occupazionale con l’erosione dei posti di lavoro guadagnati nel biennio 2022-2023.
Nel made in Italy, i comparti del tessile- abbigliamento e della concia-calzature mostrano nel complesso dei 12 mesi del 2024 un bilancio divenuto sempre più negativo, confermando la tendenza (non nuova) alla progressiva diminuzione del bacino di lavoratori in questi settori.