(di Angelo Paratico)They are kissing my ass’: Trump ha detto durante un pranzo con i repubblicani lo scorso martedì. Ha poi aggiunto che il Congresso non dovrebbe impicciarsi di negoziare perché lui negozia meglio del Congresso. In Queen English questo non ha significato, perché ass significa asino, non culo.

Loro mi stanno baciando il culo è una espressione da caserma, ma è talmente comune negli Stati Uniti che ha perso la sua carica dirompente, ed è diventato un intercalare comune, come da noi vaffanculo

L’origine di questa colorita espressione va ricercata in Germania, e risalirebbe al cavaliere Götz von Berlichingen (Württemberg, 1480 circa – Burg Hornberg, 23 luglio 1562) che  è stato un mercenario tedesco e un cavaliere (Deutscher Ritter). il quale avrebbe esclamato: “… er kann mich im Arsche lecken!” (letteralmente “mi può leccare il culo!”).  Questo non impedì a Johann Wolfgang von Goethe nel 1773 scrisse un dramma dedicato a questo eroe tedesco.

Il baciatemi il culo di Trump ha origini antiche

In Italia abbiamo importato questa espressione dagli Stati Uniti, ma non ha mai avuto un grande successo. Ecco cosa scrive il professor Samuel Ghelli nel libro Questioni di Culo pubblicato da Gingko Edizioni di Verona. 

Culo. Una parola analizzata nel libro dell’editrice veronese Ginko

«Baciatemi il culo! Questa esclamazione, traduzione letterale dello slang angloamericano Kiss my ass! è entrata piuttosto di recente nel gergo giovanile grazie a certi film di cassetta e soprattutto all’uso che ne fa il rap d’oltreoceano ed oramai anche certo hip hop nostrano: “Baciami il culo Guercio, tu sei Britney, sei Lady Gaga, la strada non ti caga”. Sono queste parole tratte dal brano Baciami il culo di Massimiliano Cassaro, noto anche con il nome d’arte di Principe, che oltre a comporre e ad eseguire brani propri, tiene da anni corsi sulle tecniche di scrittura del testo rap.

 Il modo di dire è formula fissa, invariabile ed è usato per ostentare disprezzo (come nel caso del cantante sopra citato) o per esprimere con altrettanto spregio un netto rifiuto di fronte ad una richiesta avvertita come esosa: “E io dovrei presentarmi anche ogni domenica mattina? Baciami il culo e tieniti pure il tuo lavoro di merda!»

 L’americanismo, nonostante la concorrenza di efficacissime espressioni italiane dallo stesso significato, sta prendendo sempre più campo. Oltre all’uso che ne viene fatto sui social da personaggi notissimi al grande pubblico (famoso il “Metti le labbra a cuoricino e baciami il culo” di Federico L. Lucia, in arte Fedez), sono oggi disponibili magliette, adesivi e gadget vari che proclamano a chiare lettere lo slogan grossolano. È addirittura in commercio un notebook che studenti e professori possono acquistare avvalendosi del Bonus Cultura e della Carta del docente. Una via di mezzo fra un taccuino ed una agenda scolastica dove molti alunni e insegnanti possono prendere appunti, registrare idee e pensieri mandandosi reciprocamente affanculo o, di comune accordo, mandandoci direttamente la scuola italiana.