(di Christian Gaole) A lanciare l’allarme l’ordine degli inventari della provincia di Verona che ha approfondito il tema oggi nel corso dell’evento  “Il valore dell’abitare a Verona”. Fra i temi trattati: il rilancio dell’investimento immobiliare in tutte le sue forme e il caro affitti  Si è parlato anche  di incentivi statali e burocrazia. 

Il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia, Matteo Limoni, ha posto in primo piano l’esigenza di «ri-motivare l’interesse nell’investimento immobiliare» e si è rifatto alla «cultura d’investimento dei risparmi sul mattone» per sottolineare come riqualificare gli immobili possa ridare valore alle tante case di proprietà degli italiani e dei veronesi. 

A discutere di questi temi, giunti al sesto incontro della Rassegna Open 25, tutti i rappresentanti degli ordini professionali: ingegneri, commercialisti, avvocati, periti e geometri. Presenti anche le istituzioni, a rappresentare il sindaco di Verona Damiano Tommasi è stata l’ex deputata e ora assessora alle attività produttive Alessia Rotta, la quale ha ricordato alla platea che il contributo dei professionisti è vitale per la futura approvazione del piano di assetto del territorio per il Comune di Verona e ha invitato a fare più rete tra istituzioni e professionisti; sono intervenuti anche Flavio Tosi e Paolo Borchia, parlamentari europei e Beatrice Lorenzin, senatrice. 

Le istituzioni e i professionisti concordano su un dato: bisogna aiutare i veronesi a conservare la proprietà degli immobili presenti sul nostro territorio. Il problema è uno soltanto, se da un lato una direttiva europea, la cosiddetta green, impone l’adeguamento degli edifici agli standard ambientali che mirano a zero emissioni, dall’altra manca l’aiuto economico dello Stato. Questo governo, come ha ricordato Matteo Limoni, presidente dell’Ordine degli Ingegneri, “ha dimezzato se non azzerato gli incentivi fiscali per indurre i cittadini a riamodernare le loro abitazioni”.

Ciò, secondo il presidente, ha favorito la crescita esponenziale di fondi di investimento e banche che nel mercato immobiliare trovano una gallina dalle uova d’oro. Verona, però, non è la sola a soffrire per la vetustà degli immobili, lo stesso problema riguarda l’intero Belpaese. La soluzione possibile è solo una: investire e ammodernare. 

Più facile a dirsi che a farsi, purtroppo, milioni di cittadini italiani non hanno il denaro e tanto meno il necessario credito bancario per ristrutturare le case dei nonni o dei genitori. E le motivazioni sono sotto gli occhi di tutti, politici compresi: stipendi inadeguati allo stile di vita, una società spinta che spinge al consumo ”vampirico”, scarse prospettive di crescita nel mercato lavorativo e professionale, divario generazionale sempre più marcato. Accesso ai mutui sempre più difficile che rende impossibile non solo restaurare ma anche acquistare casa. In termini numerici comperare casa a Verona è un percorso in salita per moltissime famiglie, porta tutto per le più giovani. 

Le criticità del mercato immobiliare di Verona sono state approfondite da Francesco Savino, presidente di Fiaip Verona, sezione provinciale della Federazione italiana agenti immobiliari professionali. Lui che si è concentrato su quel mercato della vendita dove confluisce chi sconta la differenza tra domanda di affitti e offerta disponibile. “In primis c’è una forte disparità di prezzi tra le varie zone di Verona”, ha spiegato Savino citando i 4.088 euro al metro quadrato in centro a fronte dei 1.688 euro/mq in zone come Santa Lucia, Golosine, Fiera e Porto San Pancrazio. I dati Omi registrano un -3,7% di immobili venduti in città nel 2024 rispetto al 2023 ma un aumento dei prezzi del +2,5%.

Secondo Savino il mercato immobiliare a Verona nel 2024 è stato spinto «anche dall’incremento del turismo, oltre che dall’espansione dell’economia locale», il tutto in una cornice storica tra bonus edilizi e legge «salva casa» che fa sì che le domande di sanatoria abbondino e le compravendite rallentino. Le previsioni per il 2025? “A febbraio 2025 il prezzo medio richiesto per gli immobili residenziali in vendita è stato di 2.657 euro/mq, +2,88% rispetto allo stesso mese del 2024, e ci si aspetta che l’annata segni un aumento dei prezzi tra il +1,6% e +2%. Va considerato – parole di Savino – che anche gli affitti stanno ulteriormente aumentando: tra gennaio e marzo 2025 il prezzo medio è stato di 11,91 euro al mese per metro quadrato, +3,30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

La cosa più facile, oggigiorno, è appoggiarsi, per non dire aggrapparsi, alle giacche di mamma e papà. E questo porta con sé forse un problema ancora maggiore: l’erosione dei risparmi della generazione boomer. Va detto, però, che una volta erosi quei patrimoni, l’Italia sarà un campo arido pronto a essere reso nuovamente florido da fondi esteri a stelle e strisce o con occhi a mandorla. 

Sul versante degli incentivi Limoni invita il Governo ad adottare un approccio meritocratico piuttosto che spargere a pioggia denaro senza alcun criterio. La risposta finale la si prende in prestito parafrasando Totò: “E chi paga?”.