(p.d.) Fra i candidati alla successione di Bergoglio si fa spesso il nome del cardinale Sarah, 80 anni, africano della Guinea. La sua elezione potrebbe essere favorita dal fatto che è il più autorevole vescovo del continente. L’Africa, dove i cattolici sono 256 milioni e continuano ad aumentare, è la parte del mondo dove le persecuzioni e gli assassini dei cattolici sono più numerosi. E i martiri hanno sempre avuto un posto di rilievo nella tradizione della Chiesa.
L’elezione di un papa nero – e in questo caso la canzone del gruppo veneziano ‘Pitura Freska’ che nel 1997 cantavano ”Non me par vero/ dopo miss Italia un papa nero” potrebbe apparire addirittura profetica, sarebbe un fatto assolutamente nuovo. Alla lunghissima lista dei pontefici italiani, dopo uno polacco ed uno argentino – mezzo italiano pure lui- se ne aggiungerebbe uno africano.

Un’ipotesi azzardata? Neanche tanto. La Chiesa, che si definisce ‘cattolica’ in quanto universale, proprio per questo avrebbe l’occasione di dare una risposta alla globalizzazione dimostrando di essere al passo coi tempi. E se i paesi europei, sede e culla della Chiesa, si sono laicizzati sempre di più, l’elezione di un papa africano sarebbe anche un segnale di un cambio radicale di strategia comunicativa.
Un papabile africano ma conservatore
Una difficoltà alla successione di papa Francesco è però il fatto che il cardinale Sarah è un conservatore. Cioè fa parte di quella corrente di pensiero che non è propriamente quella che nel 2013 ha eletto Bergoglio, considerato da tutti un papa ‘progressista’, anche se difficilmente le categorie, destra-sinistra, già obsolete per la politica, possono essere applicate alla Chiesa.
Ma proprio il fatto che Sarah è africano potrebbe essere quel punto in più che potrebbe far prevalere l’ala conservatrice dei cardinali nel prossimo conclave.