A Verona si torna a parlare di Tari, la tassa sui rifiuti, con un aumento medio del 4% per l’anno 2025. Un rincaro che l’Amministrazione comunale attribuisce a due principali fattori: l’adeguamento ai nuovi costi regionali per lo smaltimento della raccolta indifferenziata e l’aumento dell’IVA sui conferimenti in discarica, passata dal 10% al 22% a seguito di una disposizione del Governo. Per contenere l’impatto sulle utenze domestiche e non domestiche, il Comune ha deciso di destinare un milione di euro derivante dalla tassa di soggiorno alla copertura dei maggiori costi, stimati complessivamente in 1,5 milioni di euro.

“Non si tratta di un aumento voluto dal Comune – ha spiegato l’assessore ai Tributi, Michele Bertucco – la Tari è una partita di giro: i costi sostenuti per la gestione dei rifiuti vengono ripartiti tra i cittadini. L’uso della tassa di soggiorno per calmierare l’impatto è una scelta legittima, perché anche i turisti contribuiscono alla produzione dei rifiuti”. L’assessore ha sottolineato come Verona resti comunque una delle città con la Tari più bassa in Veneto, dopo Belluno, e tra le meno care d’Italia.

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Entrando nel dettaglio, l’Amministrazione comunale ha fornito alcuni esempi concreti: una famiglia di tre persone residente in un’abitazione di 100 metri quadrati pagherà 7,21 euro in più rispetto al 2024 (+3,08%), mentre per un single l’aumento sarà di 4,02 euro (+2,62%). Sul fronte delle attività economiche, un bar o una pasticceria di 100 metri quadrati vedrà un incremento di 54 euro, con un +3,84%, mentre negozi e uffici registreranno aumenti fino al 5,75%.

Ma dall’opposizione arrivano critiche severe. La consigliera Patrizia Bisinella (Fare con Tosi) attacca duramente la Giunta, accusandola di far ricadere sulle tasche dei cittadini le inefficienze della gestione rifiuti: “In due anni la Tari è aumentata del 13%. La città è sporca e i disagi legati alla raccolta sono sotto gli occhi di tutti. Se è vero che le normative regionali impongono parametri stringenti legati alla percentuale di raccolta differenziata, è altrettanto vero che l’Amministrazione avrebbe potuto intervenire sulla componente variabile della tariffa, come hanno fatto altri Comuni”.

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Bisinella contesta inoltre l’organizzazione del servizio, definendolo “schizofrenico”: “In alcuni quartieri la raccolta porta a porta presenta gravi inefficienze, con rifiuti abbandonati per giorni e cassonetti intelligenti di difficile utilizzo. In altri casi i contenitori sono pochi, sporchi, mal posizionati. Serve una pianificazione più attenta e un servizio più efficiente, non solo rincari a carico dei cittadini”.

Sul fronte ambientale, l’assessore alla Transizione ecologica, Tommaso Ferrari, ha evidenziato come l’unica via per invertire la tendenza sia l’aumento della raccolta differenziata: “Verona è in ritardo rispetto alla media delle province venete. Cambiare le abitudini dei cittadini è indispensabile. Lo abbiamo visto nella sesta circoscrizione, dove la nuova modalità di conferimento ha fatto salire la differenziata dal 47,4% al 66,8% in un mese. In autunno estenderemo il modello misto anche ad altre zone della città”.

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La questione TARI, dunque, si inserisce in un contesto più ampio che coinvolge le politiche ambientali, la gestione dei servizi urbani e la sostenibilità economica per famiglie e imprese. Mentre l’Amministrazione rivendica uno sforzo per contenere l’impatto dei rincari, l’opposizione chiede maggiore efficienza e scelte meno gravose per i cittadini.