Riceviamo e pubblichiamo una lettera che ci è arrivata da una nostra lettrice e residente in Veronetta che denuncia la situazione nel quartiere

Domenica sera festa di piazza, 19enne tunisino irregolare aggredisce e minaccia con un coltello una guardia di sicurezza dopo aver scippato una donna e rubato uno zaino da un’auto in sosta. Quartiere Zen di Palermo? Periferia nord di Milano? No, Verona pieno centro città nell’affollata piazza dell’arsenale durante la manifestazione “Cucine a Motore”.

È successo lì, potrebbe succedere ogni venerdì e sabato sera in Veronetta, zona Università dove bande di ragazzini, rigorosamente minorenni e armate di coltelli, taser e anche pistole, si comportano da padroni dentro e fuori dai locali pretendendo di acquistare alcolici e sigarette e minacciando i baristi che non li assecondano. I proprietari dei locali sono preoccupati, hanno incontrato gli assessori competenti chiedendo la “zona rossa” e controlli più frequenti nei fine settimana. 

Le istituzioni hanno risposto, sì ma senza avere letto prima la domanda. E così giovedì 8 maggio, ripetiamo giovedì, non venerdì o sabato, un qualunque giovedì, hanno messo in atto quello che la stampa locale ha definito “maxi controllo delle forze dell’ordine” coinvolgendo Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale e anche ispettorato del lavoro. Scopo dell’operazione? Fare cassa cercando, per altro con poco successo, lavoratori in nero e inottemperanze amministrative. In pratica invece che aiutare i locali a mantenere il decoro e soprattutto la sicurezza pubblica, le istituzioni hanno impiegato le forze dell’ordine per punire chi chiede più pattuglie sulle strade a rischio nel fine settimana. 

Che l’amministrazione fosse in guerra con la cittadinanza lo avevamo già capito e che le sue armi preferite fossero martelli pneumatici e ruspe anche, ma che avesse deciso di aprire un altro fronte bellico a carico dei locali di Veronetta nessuno se lo aspettava. 

Ci rivolgiamo al nostro Sindaco e all’assessore, pardon assessora Zivelonghi: cari amministratori, il problema non è qualche decibel in più emesso da innocue casse acustiche regolarmente poste all’interno dei locali, il vero problema sono delinquenti in erba che, ahimè, ci si affollano davanti mettendo in pericolo chi lavora e anche i cittadini poco tolleranti che sopra o affianco ai famigerati locali ci abitano. Sparando a salve e cercando di scaricare la patata bollente sui gestori dei bar, egregi amministratori, state giocando con il fuoco o meglio, con i coltelli delle piccole risorse che si aggirano indisturbate.

Priscilla Misfatti