L’Ovest Veronese si dota di un nuovo strumento operativo aggiornato per contrastare con efficacia la violenza contro le donne. Il documento, approvato dal Comitato dei Sindaci dell’Ovest veronese è frutto di un lungo lavoro condiviso tra i 37 Comuni del comprensorio, Azienda ULSS 9 Scaligera, Forze dell’Ordine, Pronto Soccorso, Centri Antiviolenza e Terzo Settore, e rappresenta oggi una risposta concreta a un fenomeno che continua a colpire in modo trasversale ogni contesto sociale.

L’obiettivo è stato definire, con chiarezza e responsabilità, un protocollo territoriale che consenta di agire tempestivamente nei casi di violenza, garantendo protezione immediata e l’avvio di un percorso di uscita per ogni donna che si trovi in situazione di pericolo, anche insieme ai figli minori. Secondo i più recenti dati ISTAT, in Italia nel 2023 sono state oltre 3.500 le donne accolte in strutture residenziali a seguito di episodi di violenza. Ma la rete nazionale di case rifugio risulta ancora sottodimensionata rispetto agli standard internazionali. In Italia si contano appena 0,15 posti ogni 10.000 donne, a fronte del parametro di 1 ogni 10.000 indicato dal Consiglio d’Europa. E la disparità tra regioni, anche in termini di supporti alla genitorialità e ai minori, rimane significativa.

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Gianfranco Dalla Valentina, presidente Comitato dei Sindaci dell’Ovest Veronese (37 Comuni rappresentati)

In questo scenario, il Comitato dei Sindaci dell’Ovest Veronese ha strutturato una risposta di rete articolata e capillare, fondata su un percorso operativo condiviso. Al centro del sistema c’è il Servizio di Pronto Intervento Sociale (PIS), attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, che rappresenta il primo presidio per le situazioni di emergenza. È attivabile dai servizi sociali comunali, dai consultori familiari, dalle Forze dell’Ordine, dai Pronto Soccorso e dai Centri Antiviolenza Telefono Rosa.

Una volta ricevuta la segnalazione, la Centrale Operativa del PIS valuta il grado di urgenza e, se necessario, attiva un intervento immediato sul posto, concordato con la persona coinvolta e finalizzato a garantirne la messa in sicurezza. Se la situazione richiede un allontanamento urgente dal contesto di rischio, il PIS può predisporre l’inserimento in una delle strutture protette accreditate, come la Casa Rifugio dell’Ovest Veronese o appartamenti di seconda accoglienza gestiti con il supporto dell’Associazione Protezione della Giovane. In questi casi, l’accoglienza può essere attivata in tempi brevissimi, anche per donne con figli minori, e prevede un primo soggiorno fino a sette giorni, prorogabile se necessario. Parallelamente, si avvia un percorso integrato di accompagnamento psicologico, legale, educativo e sociale. Ogni donna è affiancata da una rete di professionisti che operano con competenze multidisciplinari: assistenti sociali, psicologhe, consulenti legali, educatori, mediatori culturali. Il percorso viene definito nel rispetto della volontà della persona, senza pressioni né giudizi, con l’obiettivo di restituirle strumenti di autodeterminazione, consapevolezza e indipendenza.

Accanto al Centro Antiviolenza Telefono Rosa, un ruolo prezioso nella rete è svolto anche dall’Associazione Io Ti Ascolto ODV, costituita da volontarie in formazione permanente. L’associazione offre un servizio di ascolto e accoglienza in presenza, un numero telefonico (379.2113323) attivo 7 giorni su 7, consulenze psicologiche e legali di primo livello e attività di sensibilizzazione nelle scuole. La procedura operativa approvata prevede inoltre modalità di intervento condivise per il personale dei Pronto Soccorso, delle Forze dell’Ordine e delle Polizie Locali. Dall’accoglienza in ambienti riservati alla raccolta protetta delle informazioni, fino all’eventuale attivazione dei dispositivi di protezione e allontanamento dell’autore della violenza, ogni passaggio è pensato per tutelare l’integrità psico-fisica della donna e garantirle sicurezza immediata.


Il Comitato dei Sindaci dell’Ovest Veronese sottolinea che la sfida contro la violenza di genere non si vince con singoli interventi, ma con un sistema strutturato, permanente, capace di evolvere con i bisogni e le fragilità delle persone – le parole di Gianfranco Dalla Valentina, Presidente Comitato dei Sindaci dell’Ovest Veronese -. È per questo che il nuovo protocollo non è solo uno strumento tecnico, ma un atto politico e culturale: perché nessuna donna, sul nostro territorio, debba sentirsi sola. Perché la rete sia reale, presente, competente e pronta ad agire”.

Paolo Giavoni, Coordinatore sociale Distretto Ovest Veronese:Ci troviamo di fronte a dei numeri sempre più importanti. Tante persone, tante comunità si stanno sensibilizzando. Questo sarà un grande lavoro di collaborazione con le associazioni, gli educatori e tutti i professionisti coinvolti per il bene delle persone, in particolare le donne, che vivono gravi momenti di fragilità”.