(Angelo Paratico) La Polonia è ritornata a essere politicamente di destra, con un rafforzamento della destra estrema. Karol Nawrocki, il nuovo presidente “populista” della Polonia, dovrebbe prolungare l’attuale situazione di stallo tra la presidenza e il governo, controllati rispettivamente dal partito Legge e Giustizia (PiS) e dalla Piattaforma Civica (PO) di Donald Tusk. Si è trattato di un ribaltamento rispetto all’exit poll delle 21 di domenica, che dava Trzaskowski in vantaggio con il 50,3% contro il 49,7%, dopo il quale aveva dichiarato prematuramente la vittoria. La campagna di Trzaskowski si è basata sul sostegno alle riforme democratiche del Primo ministro Donald Tusk, eletto il 13 dicembre 2023.

Il nuovo presidente è nato a Danzica nel 1983, possiede 2 lauree, una in Storia e ha un Master in Economia, dal 2017 and 2017 ha diretto il museo della II Guerra mondiale di Danzica ed ha scritto vari libri e saggi sui crimini del comunismo, non è dunque un politico di professione.

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La Polonia ha un sistema parlamentare, simile all’Italia, in cui l’autorità del presidente è in gran parte cerimoniale, il Capo dello Stato può porre il veto sulle leggi proposte dai legislatori, come i programmi filoeuropei di Tusk. Questa non è una buona notizia per l’Ucraina ma è una buona notizia per la pace. Il presidente ha anche un ruolo chiave negli affari esteri e funge da comandante in capo delle forze armate e Nawrocki continuerà probabilmente a usare il suo potere di veto per bloccare nuove leggi sgradite alla destra. 

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Il risultato molto serrato del ballottaggio sembra inoltre in linea con la profonda polarizzazione dell’opinione pubblica polacca tra due schieramenti che si considerano sempre più nemici, non solo avversari politici. La destra polacca si sta radicalizzando e sta offuscando la sua visione tradizionalmente netta della politica estera

I 2 candidati in testa hanno ottenuto circa il 30% dei voti al primo turno, circa il 20% è andato a candidati alla destra di Nawrocki (e una percentuale minore a candidati alla sinistra di Rafał Trzaskowski, sindaco liberale di Varsavia e candidato della Piattaforma Civica).

C’era Sławomir Mentzen, un libertario autoproclamato candidato dalla “Confederazione”, un raggruppamento di forze politiche radicalmente euroscettiche, con oltre il 14% dei voti. Mentzen ha definito l’UE ‘totalitaria’. Durante un comizio elettorale nel 2019, ha dichiarato di non volere: “Ebrei, omosessuali, aborti, tasse e l’UE”. Un altro 6% dei voti è andato a Grzegorz Braun, membro del Parlamento europeo che ha affermato che esiste un complotto per trasformare la Polonia in uno “Stato ebraico”. Nel 2023 aveva demolito un albero di Natale in un parco di Cracovia perché decorato con bandiere dell’UE e quello arcobaleno dei LGBT. Braun è ferocemente anti-ucraino e pro-Russia.

Karol Nawrocki 2025
President Donald Trump meets with and poses for a photo with Polish presidential candidate Karol Nawrocki in the Oval Office, Thursday, May 1, 2025. (Official White House Photo by Joyce N. Boghosian)

Analisi più dettagliate del ballottaggio di ieri mostreranno probabilmente che sono stati gli elettori di Mentzen e Braun a portare Nawrocki alla vittoria. Tuttavia, questo fatto oscura la frattura in atto nella destra polacca, che potrebbe rendere la sua politica futura radicalmente imprevedibile. Inoltre, i cambiamenti in atto all’interno della stessa Legge e Giustizia. Jarosław Kaczyński, 75 anni, continua a esercitare un controllo straordinario sul partito che ha fondato con il defunto fratello gemello Lech.

È difficile immaginare che il presidente Nawrocki possa in qualche modo contrastare Kaczyński, ma questo appare sempre più cagionevole di salute. E nonostante la sua capacità di dividere, sembra improbabile che il PiS possa cambiare in meglio senza di lui al timone. Che li si ami o li si odi, i fratelli Kaczyński avevano sempre avuto un forte senso geopolitico, che hanno dimostrato in numerose occasioni: dalla corsa a Tbilisi durante l’invasione russa del 2008, alla protezione del PiS dai tentativi di avvicinamento alla propaganda russa, anche a costo di mettere a dura prova le relazioni polacco-ungheresi dopo il 2022.

Sarà possibile che la destra polacca, compreso il futuro presidente Nawrocki, si avvicinerà sempre più ai partiti di estrema destra europei che sono indifferenti o addirittura favorevoli all’aggressione russa. Se Bruxelles rappresenta una minaccia mortale per lo Stato polacco, come sostengono Mentzen e Braun, è logico che le nuove iniziative dell’Ue debbano essere contrastate a tutti i costi, anche se potrebbero contribuire a rafforzare le difese dell’Europa contro la Russia.

Naturalmente è altrettanto plausibile che i polacchi mantengano la loro visione trasversale del pericolo fondamentale del mondo in cui vivono, che si riflette nell’elevato livello di spesa per la difesa del Paese.

Il risultato di ieri è una conferma, anche se deludente, per coloro che hanno sempre sostenuto che Radosław Sikorski, ministro degli Esteri polacco, sarebbe stato un candidato di gran lunga superiore nelle elezioni generali, invece dell’attuale sindaco di Varsavia. Ma se questa sarà la lezione che trarrà la coalizione di governo polacca è tutta un’altra questione.

Nawrocki aveva ottenuto il sostegno del presidente Donald Trump e appoggia il sostegno di Varsavia all’Ucraina contro l’aggressione russa, ma non vuole che Kiev entri nella NATO né nell’UE.

Nawrocki succederà ad Andrzej Duda, un conservatore il cui secondo e ultimo mandato scade il 6 agosto 2025. Il presidente della Polonia resterà in carica per cinque anni e potrà essere rieletto una volta sola secondo la Costituzione.

Gli Stati Uniti hanno circa 10.000 soldati in Polonia e il segretario alla Sicurezza interna Noem ha suggerito che i legami militari potrebbero rafforzarsi con Nawrocki come presidente.