(Angelo Paratico) Esiste un piccolo bar nel cuore di Verona dove il caffè è ancora un rito. Si trova in via Marconi al numero 56 e si chiama Kaveghi.
Il gran vizir, o kavego, del posto si chiama Fulvio Cavarra e, possiamo garantirvi che questo Ë il modo migliore per cominciare una giornata fortunata. Appena entrati nel bar una insegna che riporta le parole di Alexander Martin del 1828, prese dal suo Manuale del dilettante del caffè chiarisce, per chi se lo fosse chiesto, l’origine del nome. “Enorme è il consumo che se ne fa al serraglio del Sultano a Costantinopoli: dove vi sono parecchi ufficiali chiamati Kaveghi ciascuno dei quali presiede venti ed anche a trenta persone, che diconsi Battargi, esclusivamente incaricati della preparazione del caffè”.

Esistono molte varietà di caffè che si possono gustare nel bar di Fulvio, ciascuno con il suo profumo e il suo sapore. Quando avviciniamo le labbra alla bianca tazzina voleremo lontani, verso destinazioni esotiche: India, Santo Domingo, Cuba.
Mentre beviamo ci tornano alla mente le parole del grande Charles-Maurice de Talleyrand, la vecchia volpe della diplomazia europea, il quale disse che la nettarea bevanda dovesse esser calda come l’Inferno, nera come il diavolo, pura come un angelo e dolce come l’amore. Possiamo credergli perchè se ne intendeva di tutte queste cose, essendo stato un grand tombeur de femmes ed esperto di nere, diaboliche, infernali, manovre politiche.
Se passate per Verona, concedevi una passeggiata nella bella via Marconi e poi assaggiate uno dei caffè di Fulvio, ve lo possiamo garantire, non lo dimenticherete pi˘.