Dei bambini palestinesi malati sono arrivati in Veneto da Gaza per curarsi. 2 all’Ospedale di Verona e 2 a quello di Padova.
Luca Zaia: «Papa Francesco diceva che la Chiesa è come un ospedale da campo. Non chiude le porte a nessuno. Ecco, il Veneto è come un ospedale da campo, non chiude le porte a nessuno e cura tutti a prescindere dalla religione, dal censo, dal colore della pelle. Non serve neanche avere i documenti. Si curano tutti».

Una dichiarazione che toglie ogni dubbio e smentisce ogni insinuazione circa la volontà da parte del centrodestra, di cui Zaia, la Lega e il governo del Veneto fanno parte, di privatizzare la sanità.
L’ospedale da campo che cura tutti in nome dell’universalismo
Quello che il Doge ha dichiarato a margine del ricovero dei bambini palestinesi è una conferma dell’adesione al principio universalista che sta alla base del nostro sistema sanitario. Un principio di grande civiltà ed umanità che va preservato a tutti i costi.
Ed allargando il campo all’intero sistema sanitario regionale
Zaia ringrazia tutti: medici, infermieri, Oss e tutti quelli che lavorano nella sanità veneta dove la task force che ha nominato “per fare pulizia” e curare “i processi per l’appropriatezza delle cure ha lavorato bene”. Come dimostra che i cittadini in lista d’attesa per la categoria D che dopo il Covid erano 500 mila oggi sono 2201.
La categoria D, per chi non conosce i termini della burocrazia sanitaria, indica un ricovero non urgente che non causa dolore, disfunzione o disabilità, ma che deve essere eseguito entro 12 mesi. È una priorità più bassa rispetto alle categorie A, B e C, che hanno tempi di attesa massimi rispettivamente di 30 giorni, 60 giorni e 180 giorni.
Un risultato che il governatore tiene a sottolineare, per controbilanciare la lunghezza delle altre categorie delle liste d’attesa. Lunghezza che però è impossibile quantificare dato che i Cup – centri unici di prenotazione- ricorrono al ‘galleggiamento’ in quanto gli utenti vengono inseriti un una lista per gestire le prestazioni che non possono essere prenotate entro i tempi previsti per la classe di priorità dell’utente. In pratica, se un paziente richiede una visita e non ci sono appuntamenti disponibili entro il tempo stabilito, viene fatto ‘galleggiare’ in attesa che si liberi un posto.
Anche in Veneto quindi sono le liste d’attesa il problema. Un problema che in ultima analisi deriva dal fatto che mancano i medici.
Dice Zaia: «abbiamo fatto 212 concorsi nel 2024 per assumere 746 medici, ma siamo riusciti ad assumerne solo 184». «E’ Vero, conclude che ci sono delle inappropriatezze e che c’è anche la medicina difensiva, ma se mancano i medici…In Italia ne mancano 50 mila. In Veneto ne mancano 3.500». Come dire: miracoli non se ne possono fare.