( o.a.) Liste d’attesa. Anna Maria Bigon, consigliere regionale veronese non ci sta ad essere presa in giro dai dati comunicati dalla Regione. E non è sola. “Sulla presa in giro dell’azzeramento, valanga di proteste social. I cittadini non ci stanno ad essere trattati in questo modo. Se Zaia inoltre vuole accorciare i tempi, pensi a dotare tutti gli ospedali di strumentazioni robotiche”.
Bigon, oltre ad essere vicepresidente della Commissione Sanità della Regione Veneto collabora con i volontari dei 51 Sportelli CoVeSap. Vi si può rivolgere chi non ottiene dai Cup (Centri Unici di Prenotazione) una prestazione del Servizio Sanitario Nazionale nei tempi corretti. I 208 volontari aiutano a presentare un’istanza all’Ulss per ottenere, come prescrive una legge troppo spesso ignorata, la visita o l’esame richiesto anche ricorrendo alla sanità privata, senza alcuna spesa per l’interessato e supportandolo fino all’ottenimento della prestazione richiesta.
Il trionfalismo di Zaia e dell’assessore Lanzarin non convincono la Bigon.
L’azzeramento delle liste d’attesa non convince chi a a che fare col Cup
“In queste ore tanti cittadini del Veneto non ci stanno a passare per fessi di fronte alla presa in giro del falso azzeramento delle liste d’attesa. Basta guardare alla valanga di proteste social contro il post trionfalistico pubblicato da Zaia per farsi un’idea chiara. Centinaia di persone stanno dando testimonianza diretta dell’impossibilità di accedere a visite ed esami in tempi certi, con attese che arrivano a due anni e l’inevitabile ricorso al privato. E soprattutto, con svariate denunce sul fatto che i Cup invitano gli utenti a richiamare, senza così lasciar traccia della loro richiesta e senza entrare dunque in lista. Il gioco delle tre tavolette è insomma evidente a tutti”.
A dirlo è la consigliera regionale del Pd, vice presidente della commissione sanità, Anna Maria Bigon.

“Non contento, va detto inoltre che Zaia tenta di spacciare per avanguardia pure le strumentazioni, annunciando l’arrivo della risonanza a 7 Tesla. Ma per tanti ospedali veneti non è così. Infatti, nei reparti di urologia di molti spoke del Veneto, manca la robotica. Zaia dice sempre che in ospedale ci si deve stare poco? Bene: visto anche le numerose risorse stanziate dal Pnrr, pensi a incrementare la disponibilità di strumentazione robotica nei reparti di urologia del Veneto, affinché ogni reparto ne sia fornito. Un impegno che abbiamo chiesto ancora lo scorso anno con una mozione.
La chirurgia robotica è di importanza fondamentale, perché viene utilizzata per le patologie urologiche oncologiche, come i tumori del rene, della prostata della vescica. E può essere utilizzata per le patologie benigne che richiedono interventi a movimento delicato e di precisione. Insomma, si vada al sodo e non si usi la sanità pubblica per propaganda personale”.