
La dottoressa Elisa Dalla Benetta, medico di famiglia a Zimella, comune del Basso Veronese, si è dimessa dall’incarico. Troppa burocrazia, troppo stress. Una situazione che mette a disagio molti camici bianchi, anche ospedalieri, che rinunciano all’incarico a causa del ‘burnout’, cioè dell’esaurimento psicofisico dovuto allo stress.
Un fenomeno che aggrava la situazione già critica della mancanza di medici. In particolare quelli di medicina generale. “Oggi – nota la consigliera regionale veronese Anna Maria Bigon- sono 354 le zone carenti nella provincia di Verona”.
Sburocratizzare il lavoro dei medici

“La Regione deve intervenire investendo in supporto amministrativo per togliere lavoro burocratico ai medici di famiglia, ma anche agli ospedalieri – chiede la Bigon che è anche vicepresidente della Commissione Sanità – Figure ormai totalmente assorbite dagli adempimenti, obbligate a compilare documenti col risultato che il loro lavoro, ovvero curare le persone, diventa praticamente impossibile.
A maggior ragione di fronte a numeri di utenza enormi determinati da organici ridotti all’osso. Bisogna formare nuovo personale amministrativo, che non manca di certo. E portare in discussione la legge sulla specializzazione universitaria, per rendere più attrattiva la professione”.
“Nel caso della dottoressa Dalla Benetta – conclude Bigon – c’è inoltre l’aggravante del fatto che si tratta di un medico che collaborava con le mamme No-Pfas. Quindi, la sua rinuncia forzata può rappresentare una perdita anche sul fronte della salute collettiva in una zona colpita da questo epocale e gravissimo inquinamento”.