( o.a.) Ieri il direttivo regionale del Partito Democratico ha deciso il candidato alla presidenza della Regione Veneto del Pd. Su proposta del segretario regionale Andrea Martella, sarà Giovanni Manildo, 55 anni, ex sindaco di Treviso fra il 2013 e il 2018, avvocato, della sinistra cattolica.
Il suo nome verrà proposto al tavolo degli alleati: Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle, Veneto che Vogliamo, Partito Socialista Italiano, +Europa.
La sua posizione di moderato potrebbe permettere alla coalizione di aggregare anche delle liste civiche per affrontare lo scontro con il centrodestra, storicamente ampiamente maggioritario in Veneto. Obiettivo minimo del candidato del Partito Democratico, ma probabilmente anche dell’intero centrosinistra, sarà quello di superare il 15% ottenuto alle ultime regionali dalla coalizione.
Manildo pesca al centro
Rispetto a 5 anni fa le condizioni appaiono più favorevoli. Verona, Padova e Vicenza sono 3 capoluoghi amministrati dal centrosinistra e a Venezia l’amministrazione di centrodestra guidata da Brugnaro è squassata dall’inchiesta ’Palude’.

Dall’altra parte le incertezze sul 4° mandato di Zaia e le tensioni fra gli alleati potrebbero essere un altro elemento che gioca in favore del centrosinistra.
«La scelta del partito più forte della sinistra di candidare Giovanni Manildo- spiega Anna Maria Bigon, consigliere regionale democratica veronese – è in funzione di proporre all’elettorato veneto un nome potenzialmente gradito anche al centro o, almeno, alla sua parte più progressista. Oggi più che mai, inoltre, abbiamo bisogno di una unità del partito e di una larga coalizione».
La lista civica Traguardi condivide la scelta del Pd e ritiene «un segnale importante che il fronte progressista sia il primo ad aver identificato il suo candidato, sintomo dell’unità e della visione comuni di un’alleanza politica ampia e trasversale decisa a lavorare assieme per il Veneto del futuro. Ora, insieme a Giovanni Manildo è il momento di costruire una proposta politica concreta e lungimirante, partendo da temi fondamentali come casa, trasporti e sanità, forti dell’esperienza diffusa di tante amministratrici e amministratori locali che si stanno mettendo in gioco per immaginare un futuro migliore per il Veneto».
Manildo è di Treviso, come Zaia. E’ un altro politico, al di là degli schieramenti, di quel triangolo formato da Padova, Venezia e Treviso che continua ad esprimere i vertici regionali. S’era anche fatto il nome di Gianni Dal Moro, ex deputato veronese, anche lui un moderato che sa guardare ai problemi concreti e sa parlare agli imprenditori, essendolo lui stesso. Ma ancora una volta, anche sul versante sinistro della poltica regionale, è il Veneto orientale a prevalere.