(di Stefano Tenedini) Unesco, Verona accelera e diventa Smart. Grazie al ministero del Turismo per la prima volta verrà sperimentata una piattaforma dedicata ai “big data” per monitorare l’esperienza dei visitatori nella città patrimonio mondiale dell’Unesco, attraverso una collaborazione tra il Comune, l’Università di Verona con il Dipartimento di Management e un partner tecnologico come la società veronese Maxfone. Unesco è sempre molto vicino alla città, come conferma il futuro evento speciale della Fondazione Arena per il canto lirico (a questo link sul nostro giornale).
L’annuncio è arrivato questa mattina dal Comune di Verona: l’avvio della fase di sperimentazione prevista dal progetto Smart Verona – Città patrimonio mondiale Unesco: l’adozione di una piattaforma di analisi dei big data integrati. L’obiettivo è monitorare in modo aggregato e anonimizzato le esperienze di visitatori e turisti attratti dal mito di Giulietta – e naturalmente non solo – grazie a strumenti digitali avanzati per la raccolta e la successiva elaborazione dei dati, naturalmente nel rispetto dei principi della privacy. Sarà una sperimentazione autentica che attraverso i dati importati, aggregati e resi anonimi, verificherà la capacità di una campagna digitale di decongestionare alcune aree critiche della città Unesco, di allungare la permanenza media dei visitatori e di migliorare la loro esperienza di visita.
Il progetto, finanziato dal ministero del Turismo, è frutto della collaborazione tra tre realtà del territorio: il Comune di Verona, assessorato alla Cultura, al turismo e ai rapporti con Unesco, come promotore dell’iniziativa; il dipartimento di Management dell’Università di Verona, che ha curato ha messo a punto un nuovo modello analitico per tracciare e analizzare i comportamenti aggregati dei visitatori su dati integrati, e Maxfone Società Benefit, azienda veronese specializzata in analisi dati e intelligenza artificiale, con il ruolo di partner tecnico.
Ugolini: una prima assoluta per il Comune
“Questo progetto rappresenta una prima assoluta per il Comune”, commenta Marta Ugolini, assessora alla Cultura e al Turismo. “Introduce un approccio tecnologico all’avanguardia su un problema molto rilevante per la città”. Un progetto che vede la collaborazione virtuosa tra enti locali, università e imprese innovative e che aiuta a capire in che modo le soluzioni tecnologiche data driven possano essere efficaci nel gestire la presenza dei turisti e dei visitatori in città.
Il progetto nasce con l’obiettivo di valorizzare e armonizzare l’esperienza di turisti e visitatori in alcune aree di interesse storico e culturale di Verona città Unesco. A tal fine il Comune ha commissionato la realizzazione di una piattaforma tecnologica basata su big data capace di integrare dati di mobilità provenienti da social media, recensioni e web analytics resi sicuri perché raggruppati e senza particolari dettagli che consentano di risalire in dettaglio agli autori. “Si tratta di una delle azioni previste all’interno del progetto Smart Verona finanziato dal Ministero del “Turismo”, precisa per il Comune anche il responsabile ufficio Conservazione e valorizzazione del sito Unesco e Cinta Muraria, Ettore Napione. “Un passo concreto verso l’integrazione di strumenti digitali per la valorizzazione e promozione turistica della città.”
“La piattaforma è attivata per l’analisi di mobilità in otto punti di interesse storico e culturale del centro cittadino e monitora contenuti digitali e sentiment connessi a #Verona. Il suo impiego pilota riguarda l’area della Casa di Giulietta”, spiega la prof.ssa Paola Signori, docente di Economia e Gestione delle Imprese al Dipartimento di Management dell’Università di Verona e referente scientifica del progetto. “La piattaforma è attivata per l’analisi di mobilità in otto punti di interesse storico e culturale del centro cittadino e monitora contenuti digitali e sentiment connessi a #Verona. Il suo impiego pilota riguarda l’area della Casa di Giulietta”. Gli otto punti di interesse su cui sono mappati i dati di mobilità si riferiscono alle aree intorno appunto alla Casa di Giulietta, Torre dei Lamberti/Piazza Erbe, Arche Scaligere/Casa di Romeo, Ponte Pietra/Teatro Romano, Arena, Castelvecchio, Duomo e Tomba di Giulietta.
Otto aree chiave per il progetto Unesco
Alla base di questa sperimentazione digitale c’è l’infrastruttura SocialMeter Suite, sviluppata da Maxfone: una soluzione proprietaria già brevettata per l’analisi dei big data, testata con successo su eventi di richiamo internazionale proprio nel territorio veronese. Come spiega Paolo Errico, CEO di Maxfone, “Lavorando intensamente a fianco del Comune e dell’Università abbiamo sviluppato e personalizzato in sei mesi il digital data lake, la piattaforma che ora è a disposizione dell’amministrazione. Ritengo che questo sia un progetto pioneristico che valorizza il nostro know-how e dimostra come la tecnologia dei dati possa diventare una leva strategica per accompagnare la pubblica amministrazione nella promozione, regolazione e gestione del turismo”.
Ed è proprio questa interoperabilità del “meccanismo” digitale che rende il progetto strategico, quindi di interesse generale ben oltre l’importanza che riveste per Verona nel quadro dello sviluppo del turismo orientato alla partnership con Unesco. “E’ stato una favorevole e aggiungo fortunata, in quanto insolita, congiunzione di talenti e di obiettivi”, spiega Errico (già vicepresidente nazionale delle PMI Confindustria proprio per innovazione e transizione digitale), approfondendo i dettagli e le prospettive con L’Adige di Verona.
“Poter contare sulla grande competenza dell’assessora Ugolini e della prof. Signori, abituate ad analizzare i dati e a insegnare agli studenti come guardare alle aziende e ai flussi di mercato del futuro, ci ha permesso di evitare le difficoltà tipiche nei rapporti tra imprese innovative e pubbliche amministrazioni”, aggiunge. “Abbiamo superato anche uno degli ostacoli potenziali allo sviluppo di questo progetto, cioè come utilizzare i dati, analizzarli e ricavarne indicazioni sui comportamenti dei flussi turistici salvaguardandone assolutamente la privacy. Tutto è stato fatto dopo un’attenta valutazione di tutte le indicazioni legali sia italiane che europee”.
Non solo. Anche se oggi il progetto per Verona riguarda il collegamento diretto con Unesco, i benefici per tutta l’Amministrazione sono potenzialmente enormi, come chiarisce Paolo Errico. “Con la stessa logica di analisi dei dati in questi anni abbiamo sviluppato partnership con la Fondazione Arena, Vinitaly e Marmomacc, solo alcuni tra i più noti fattori di attrazione di Verona. Il punto è”, dice mostrando il legame, “che prima di andare all’opera o dopo aver chiuso gli stand in Fiera, appassionati di lirica e operatori economici diventano turisti, esattamente come chi viene a Verona in vacanza. Perché non analizzare anche il loro impatto sull’economia e la vita del territorio? Sul traffico o sui parcheggi?”
Anche il PNRR indica la strada dei “big data”
In altre parole Errico sottolinea che un’amministrazione comunale moderna avrebbe tutti i vantaggi nello sfruttare i big data già oggi messi autonomamente a disposizione da chi scatta foto e le posta su Instagram o su Facebook, lascia una recensione per un ristorante o un albergo, o si lamenta (succede anche questo) delle poche aree pedonali o delle buche per strada. “Abbiamo spiegato anche ad altri assessori che da questi strumenti potrebbero ricavare una visione sia allargata che approfondita di come si muovono i nostri visitatori, ricavandone spunti per rendere più agevole la programmazione degli interventi o delle politiche necessarie”, conferma Errico.
Inoltre si seguirebbero anche le indicazioni per lo sviluppo delle piattaforme digitali previsto dal PNRR, che ha destinato 2,4 miliardi al settore del turismo per promuoverne la competitività attraverso la digitalizzazione. Attraverso una piattaforma web che integri e valorizzi i dati dei turisti si potrebbero integrare le informazioni provenienti da fonti come enti pubblici, aziende private, operatori turistici e sistemi di prenotazione, per creare un quadro completo e aggiornato del settore. Ma anche lanciare un turismo sostenibile e innovativo, che spinga il patrimonio culturale e naturale, l’offerta di servizi di alta qualità e la riduzione dell’impatto ambientale.
“Certo, per arrivare a dare corpo a questo scenario bisogna dotare gli operatori e i funzionari di una cultura tecnica che permetta di utilizzare questi dati. E proprio questa è una prospettiva su cui ritengo valga la pena di puntare qui e subito: l’Università sta strutturando un progetto per dare alle amministrazioni locali oltre che l’idea anche la formazione necessaria. Un’opportunità che da Verona, con le sue competenze nel settore, potrebbe svilupparsi anche in altri territori: e per l’Italia sarebbe un esperimento unico, l’avvio di una nuova fase per il turismo”.