(Angelo Paratico) Ieri stavo percorrendo via Sabotino in direzione di via Mameli, facendo ben attenzione perché la ciclabile, cosa che a me pare una bizzarria, corre in direzione opposta al senso unico. Giunto alla svolta a sinistra con via Montello vedo un signore anziano e un bambino fermi allo stop. Sento il signore, credo il nonno, che punta verso ciò che sta fra due birilli che limitano il traffico e dice: “Vedi lì, quella è l’entrata alla tana dei puffi”.

A Verona i puffi non hanno tante tane
Il bambino gli sorride e sgrana gli occhi, poi con cautela si avvicina e cerca di guardare dove porta quella piccola caverna. In realtà si tratta di una pericolosa voragine apertasi nell’asfalto. Sapevo dell’esistenza di una depressione in quel punto, presente da almeno un paio di mesi, ma dall’ultima volta si è aperta maggiormente, forse per via dell’erosione causata dall’acqua piovana. In effetti pare davvero la porta d’entrata a un mondo sotterraneo, tanto è grande.

Penso che, perlomeno, sia servita a meravigliare un bambino e ad avvicinarlo alle magie che sa descrivere suo nonno, ma mi chiedo come mai chi di dovere non si precipita a chiuderla, per evitare un suo nuovo allargamento, sia in estensione che in profondità. Un’auto che non vedesse i birilli e un bidoncino della spazzatura, spinto lì da qualche caritatevole residente, andrebbe giù con la ruota per circa un metro e, danni a parte, farebbe fatica a uscirne fuori.
