( o.a.) L’inserimento di esponenti politici italiani in liste russe di presunti “russofobici”, tra i quali il Presidente della Repubblica, ha suscitato un’ondata di legittima indignazione. Una reazione doverosa, che dimostra quanto sia giusto e necessario respingere ogni forma di schedatura ideologica, soprattutto quando questa può mettere in pericolo la sicurezza e la reputazione di cittadini italiani.

Due pesi e due misure nella condanna delle liste di proscrizione
Stefano Valdegamberi nelle liste di proscrizione ucraine

Ma, sostiene il consigliere regionale veronese Stefano Valdegamberi,  nella condanna non si possono usare due persi e due misure. Non si deve ignorare  che esiste “un evidente e preoccupante doppio standard: da anni, numerosi cittadini e rappresentanti italiani figurano nella cosiddetta “lista della morte” pubblicata dal sito ucraino Myrotvorets, senza che vi sia stata alcuna reazione significativa da parte delle istituzioni italiane, nonostante appelli, denunce e interrogazioni, anche da parte del sottoscritto”.

Valdegamberi. Anch’io nelle liste di proscrizione ucraine

“Il sito Myrotvorets, attivo dal 2014- spiega- , pubblica dati sensibili, indirizzi, contatti, fotografie di giornalisti, artisti, personalità pubbliche e politiche internazionali, accusate, senza alcun processo o verifica indipendente, di essere ‘nemici dell’Ucraina’ o sostenitori della ‘propaganda russa’. Un atto gravissimo, in aperto contrasto con i principi fondamentali dello stato di diritto e della tutela dei diritti umani”.

“Non è un dettaglio trascurabile che alcuni nomi apparsi su tale sito, come quello del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, ucciso nel Donbass, siano stati etichettati con la dicitura “liquidato”. Un fatto che solleva interrogativi inquietanti sul reale scopo di questo strumento, che nulla ha a che vedere con la sicurezza o la trasparenza, ma che piuttosto assume i contorni di un vero e proprio strumento di intimidazione e diffamazione”.

Se è giusto condannare con fermezza le schedature operate da Mosca, è altrettanto doveroso denunciare e contrastare quelle provenienti da Kiev”.

“È necessaria una presa di posizione chiara e inequivocabile da parte del Governo italiano e delle istituzioni europee. Ogni cittadino italiano, qualunque sia la sua opinione, ha diritto alla protezione da parte dello Stato. Il rispetto dei diritti fondamentali o vale per tutti, o non vale per nessuno”.