Il lato oscuro della ricerca del successo globale
( Giovanni Serpelloni*) Tra Ibiza, Dubai e discoteche di lusso, cresce l’uso di droghe dissociative nelle relazioni sessuali e la fuga dalla realtà. Profilo socio-professionale degli uomini “buyers”.
Molti studi scientifici si sono concentrati su questo emergente stile di vita e relazione. I cosiddetti “buyers” – ovvero i compratori – sono giovani manager e professionisti dell’alta finanza o del settore tech, con base tra Milano, Londra, Parigi e Dubai, impegnati in ruoli ad alta responsabilità, mobilità e pressione.
Nei fine settimana scelgono mete come Ibiza per “divertirsi e rilassarsi”: locali esclusivi, feste private, ambienti dove ketamina, MDMA, cocaina e alcol sono parte di una routine normalizzata. In questi contesti cercano preferibilmente escort già sotto l’effetto di droghe, il cui stato di dissociazione le rende emotivamente più disponibili e socialmente meno “ingombranti” nella dinamica cliente–escort.
Profilo psicocomportamentale dei rampanti della finanza
Le motivazioni riferite dagli stessi buyers nelle ricerche includono il desiderio di controllo, l’evasione dalla routine affettiva e una progressiva escalation di stimoli, accessibile solo attraverso esperienze trasgressive ed esclusive.
Studi clinici e psicologici suggeriscono la presenza, in questi soggetti, di tratti di personalità appartenenti alla cosiddetta Dark Tetrad (narcisismo, machiavellismo, sadismo e psicopatia), in particolare tra coloro che instaurano relazioni di tipo transazionale, cioè scambi di benefit (non necessariamente denaro) in cambio di sesso.

Caso clinico narrativo – “Cristiansen, 42 anni” (nome di fantasia)
Cristiansen ha uno status elevato, che esibisce con eleganza e misura. Giovane CEO carismatico, multilingue, empatico, guida una startup finanziaria con sedi tra Londra, Parigi e Dubai. I fine settimana sono dedicati a Ibiza: feste, contatti, yacht e discoteche di livello.
In quei contesti individua ragazze molto appariscenti – spesso escort non dichiarate – già sotto l’effetto di ketamina e alcol. Alterate, dissociate, appaiono più remissive. Le avvicina con garbo, e quando sono in difficoltà le invita nella sua villa con la scusa di una doccia o di un “riposo”, offrendo loro un assaggio del suo mondo. Il sesso è l’esito scontato.
Anche Cristiansen fa uso di ketamina e alcol (limitatamente al weekend), per condividere lo sballo e mantenere la performance edonistica. Tuttavia, sperimenta episodi frequenti di impotenza, per cui fa regolare uso di sildenafil senza prescrizione. Col tempo, questo rituale diventa una vera dipendenza psicologica.
La letteratura scientifica segnala che l’abuso ricreativo di questi farmaci nei giovani può indurre disfunzioni sessuali permanenti, dipendenza da stimoli farmacologici, e complicazioni gravi come ipotensione, priapismo o interazioni pericolose con alcol o sostanze stimolanti.

L’incidente reputazionale
Una escort di 30 anni (KF) lo fotografa e registra suoi messaggi compromettenti mentre è in stato di alterazione: foto, chat in cui dichiara l’uso di ketamina, video. Le immagini vengono condivise con altre persone e diffuse sui social, mettendo a rischio la reputazione e i rapporti con gli investitori arabi.
Cristiansen precipita in uno stato di ansia generalizzata, realizzando di aver perso il controllo. Decide così, in modo autonomo, di iniziare un percorso terapeutico strutturato: psicoterapia per dipendenza sessuale, gestione del trauma reputazionale, disintossicazione da ketamina con supporto farmacologico e trattamento neuromodulativo con rTMS. Il percorso include anche interventi sullo stile di vita e un accompagnamento relazionale profondo.
Effetti neuropsichici della ketamina
Anche a dosaggi ricreativi, l’uso ripetuto può indurre dissociazione mentale, confusione, problemi di memoria, tolleranza e ansia. Il rischio di dipendenza è elevato nei soggetti che sviluppano un attaccamento psicologico all’effetto dissociativo.
Uso ricreativo di Viagra nei giovani
Sempre più diffuso tra uomini tra i 25 e i 40 anni senza reale disfunzione erettile, viene assunto nei club come “rinforzo prestazionale”. Ma l’uso improprio può generare disfunzioni progressive, dipendenza psicologica, ipotensione, eventi avversi cardiovascolari e interazioni pericolose con sostanze da sballo.

Il contesto culturale
Il mix tra turismo, droghe e sesso ha prodotto una cultura della prestazione in cui sildenafil e simili diventano strumenti patologici di “sicurezza” per l’identità virile. In questo contesto, manager e uomini di successo – come Cristiansen – usano Viagra non per curare, ma per aderire a un’idea irrealistica e performativa di sé.
A lungo andare, questa scorciatoia produce ciò che si voleva evitare: fragilità, perdita del desiderio autentico, disturbi d’ansia, depressione e caduta dell’autostima.
Conclusione dell’autore
Come neuroscienziato e clinico, non posso fare a meno di interrogarmi su dove finisca il piacere legittimo e inizi la distorsione relazionale in un rapporto basato sull’alterazione chimica delle coscienze. Il caso di Cristiansen ci mostra quanto facilmente la dinamica del potere, del controllo e del narcisismo possa travalicare la soglia del consenso autentico. Quando il desiderio è guidato dalla dissociazione (grave alterazione del Sé) dell’altro e sostenuto farmacologicamente, non parliamo più di libertà, ma di sfruttamento emotivo e psicologico in condizioni di alterazione mentale. Ognuno è libero di scegliere come vivere la propria vita, ma chi si occupa di salute psico-fisica non può che esprimere forte preoccupazione.
Dal punto di vista neuroscientifico, l’uso ripetuto di sostanze come la ketamina o la cocaina induce una neuroplasticità patologica a carico del sistema dopaminergico mesolimbico, alterando la regolazione del piacere, della motivazione e delle funzioni cognitive. Questa distorsione produce un progressivo impoverimento del piacere naturale e una crescente dipendenza da stimoli artificiali, con il rischio concreto di sviluppare sindromi psichiatriche gravi: depressione resistente, disturbi dissociativi e tratti psicotici.
In un contesto dove il corpo viene dissociato dalla mente e ridotto a oggetto di consumo edonistico – attraverso droghe, farmaci e illusioni di onnipotenza – ciò che si perde davvero è la possibilità di una relazione autentica. Di un incontro semplicemente umano. È lì che dovrebbe iniziare la cura.
*Medico direttore del Neuroscience Clonical Center&TMS Unit
