Forse pochi sanno, anche tra gli ambientalisti, che in Italia l’80% dell’acciaio prodotto deriva da forni elettrici che utilizzano principalmente rottame riciclato. E’ l’acciaio verde, vanto della siderurgia italiana e veneta, leader nella siderurgia circolare europea.
Flavio Tosi, eurodeputato veronese membro della commissione Ambiente: “occorrono strumenti europei più incisivi per sostenere le aziende che producono acciaio a basse emissioni, in modo da garantire che la transizione verde non penalizzi chi già investe in sostenibilità. La Commissione, nel rispondere all’interrogazione che ho presentato è stata chiara, ma ora è importante che traduca questi annunci in strumenti concreti per il mercato.”

Con una sua interrogazione al Commissario per l’Industria e l’imprenditoria Stéphane Séjournè Tosi chiedeva una definizione giuridica chiara di acciaio verde nel piano d’azione Ue per l’acciaio, in modo da introdurre un sistema di etichettatura che valorizzi la produzione a basse emissioni. E dei correttivi al CBAM ((meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere), che com’è ora non garantisce pari condizioni tra produttori europei e importatori e anzi penalizza la siderurgia circolare basata sul rottame riciclato e fonti rinnovabili. Infatti, i benchmark per l’assegnazione gratuita delle quote del sistema ETS (sistema di scambio delle emissioni) si basano sul tipo di processo produttivo anziché sull’impronta carbonica reale del prodotto.

Il Commissario Séjournè nella sua risposta ha annunciato che il prossimo atto legislativo sull’accelerazione della decarbonizzazione industriale introdurrà un’etichetta volontaria per l’intensità di carbonio dei prodotti industriali, a partire dall’acciaio. L’etichetta sarà basata sui dati del sistema ETS e della metodologia CBAM e permetterà alle imprese più virtuose di ottenere un “premio verde”. La Commissione ha inoltre confermato che entro la fine della fase transitoria del CBAM sarà effettuato un riesame completo, inclusa la valutazione del ruolo dei rottami, per assicurare condizioni di concorrenza eque tra produttori europei e importatori.
Tosi aggiunge: “L’acciaio decarbonizzato deve essere promosso anche nelle politiche industriali e negli appalti pubblici, così da trasformare la sostenibilità in un’opportunità concreta per le imprese italiane”.
