(Klara Duse) Stamattina due erano le diramazioni che si potevano prendere nel quartiere dello Stadio. Una fila di gente variopinta di ogni età e nazionalità si dirigeva confondendosi tra i banchetti del mercato, mentre una numerosa folla di persone, per lo più uomini e bambini rigorosamente in maglietta blu proseguiva per via Sogare dove nel piccolo, ma accogliente stadio Olivieri, l’Hellas Verona li attendeva. Io, donna, mi confondevo tra loro, i tifosi. In campo i giocatori sia quelli rimasti dal campionato precedente sia le nuove promesse e lo staff tutto dell’Hellas.
Con i tifosi allo stadio si parla solo ed esclusivamente di calcio. Così l’esordio dello scambio di opinioni tra me e loro lo dà l’assenza degli infortunati e sfortunati visto che gli incidenti di percorso sono avvenuti ancora prima che il campionato iniziasse. Infortuni che all’Hellas costano cari in termini di gioco come quello di Tomas Suslov riportato in allenamento con la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro o quello dell’italo-argentino Nicolas Valentini infortunatosi al bicipite femorale sinistro durante la partita di Coppa Italia Frecciarossa pochi giorni fa.
Molti tifosi sperano si provveda a nuovi acquisti, anche se il Presidente Italo Zanzi in una conferenza stampa non ha rilasciato dati certi. Quello al quale abbiamo assistito stamattina è stata una limitata dimostrazione di cosa l’attuale squadra di Zanetti potrebbe fare con qualche giocatore in più e quanto non dovrebbe fare. Ci sono nuovi elementi validi i quali se con il tempo non si lasciano travolgere dal protagonismo individuale hanno buone possibilità di successo.
Tra gli spalti pochi i cori, resta dell’amaro nei tifosi faticando ad accettare la cessione della squadra di Setti alla Società Americana, infatti uno striscione esposto all’inizio ironizza su questo e…la cessione di alcuni giocatori, ma è inutile soffermarsi su chi non fa più parte della squadra. Tra i tifosi c’è attesa e le critiche si alternano agli applausi.

Si applaudono i tiri di Stefan Mitrovic che dopo il suo debutto nell’Hellas allo stadio Dallara e il prestito all’ OH Leuven (squadra belga) nel Campionato scorso ritorna gialloblu, si grida “bravo” quando il nuovo terzino Fallou Cham di testa per due volte consecutive butta la palla in rete. Entusiasmo esprimono dei giovani seduti accanto a me per il nuovo arrivato brasiliano Giovane Santana Nascimento e già lo considerano di casa chiamandolo semplicemente Giovane. “È colui che fa la differenza” mi ripetono mentre osservano ogni passaggio di palla.
“Lui è il nostro punto forte” ribatte il ragazzo seduto alla mia destra. Mi sposto di fila e mi trovo tra un gruppo di tifosi così disfattivi che mi mettono ansia in quanto non fanno che ripetere la parola “miseria” ogni volta che un giocatore tocca palla sia per un tiro che va a buon fine sia che finisca oltre la rete di recinzione.
L’Hellas di quest’anno è ancora un’incognita
Così velocemente mi sposto e capito dietro ad un tifoso che scrolla vivacemente la testa ogni volta che Enzo Ebosse, nato in Francia, ma camerunense, preso in prestito dall’Udinese con obbligo di riscatto, tocca la palla. Non capisco se per approvare o disapprovare.
Dall’ultima fila del settore non distinguo tutti i calciatori, riconosco ovviamente Lorenzo Montipò, il cipriota Kastanos, Bradaric, autore del goal della partita col Cerignola della Coppa Italia Frecciarossa, Martin Frese il quale a dimostrazione finita applaude calorosamente il pubblico presente. Alcuni di loro danno l’impressione di sentirsi squadra, si abbracciano quando uno di loro compie un’azione meritevole anche se sono in allenamento, sembra si sentano Hellas Verona anche i nuovi arrivati.
I tifosi li vogliono motivati non per “raggiungere” la salvezza in A, come nel Campionato precedente che li ha lasciati col fiato sospeso fino all’ultima partita, ma chiedono alla squadra buon gioco e magari spettacolo. E allora i giocatori devono essere al di là di ogni parere personale sostenuti, incoraggiati. Il tifo sano in campo per questa storica squadra è un incentivo positivo, lo afferma anche la psicologia comportamentista nel sottolineare quanto sia importante che le azioni positive vengano premiate mentre quelle negative andrebbero ignorate. Difficile, ma non impossibile.
Le bandiere gialloblu di quella che al Bentegodi è la curva sud stamattina sembravano stanche se non arrabbiate, issiamole e sventoliamole invece, fiduciosi che in serie A la squadra Hellas Verona si farà rispettare e distinguere nel nuovo campionato.
