(Paolo Danieli) Se ci fosse ancora qualcuno che accusa di essere antisemita chi denuncia il massacro del popolo palestinese che Israele continua a perpetrare a Gaza senza che da parte dell’Europa vi sia una ferma presa di posizione, basta che legga quello che ha scritto Ariel Toaff, figlio del rabbino capo di Roma Elio Toaff e professore emerito all’Università Bar-Ilan di Ramat San di Tel Aviv:

Israele sotto Netanyahu sta imboccando, come un ciuco ubriaco, la strada verso una debacle economica senza precedenti e l’isolamento internazionale. Se riusciremo ad uscirne, ci vorrà del tempo per rimetterci in sesto. Dell’immagine morale di Israele non parlo, perché l’ha persa da tempo. Gaza non rischia di essere la tomba di Netanyahu e dei suoi folli seguaci, ma la nostra. E non abbiamo fatto niente per impedirlo. Di fatto siamo suoi complici, ignobilmente complici. La giusta e crudele punizione non tarderà a raggiungerci. È uno dei capitoli più infami della storia del sionismo moderno. I morti ammazzati di Gaza, donne e bambini, ci inseguiranno con le loro torce fiammeggianti fino al fuoco dell’inferno. E ora provate a bloccarmi e a cancellare il mio post, ipocriti, pavidi e vigliacchi. Siete una vergogna nella storia del popolo di Israele”.

Non è antisemita chi denuncia il massacro di Gaza

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Lo apprendiamo dalla pagina Facebook di un ex politico ora commentatore. La carneficina di Gaza dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio che il gioco di accusare di antisemitismo chi si permette di stigmatizzare i crimini di Israele non funziona più dal momento che a farlo è un ebreo autorevole e in buonafede come Ariel Toaff.