Che saltano ‘la fila’ di quelli che avevano fatto regolare domanda all’Agec

L’amministrazione comunale ha trovato una soluzione abitativa a 29 delle 38 delle persone ospitate nell’edificio noto come Ghibellin Fuggiasco, uno stabile privato abbandonato in zona Porta Vescovo occupato dall’associazione Paratodos. Quelli con reddito sono stati sistemati in abitazioni Agec, del Comune, della cooperativa Milonga e della Casa degli immigrati.

Ceni. Non è stato tolto niente a nessuno

“Voglio essere molto chiara: non è stata sottratta alcuna casa ai veronesi. – sottolinea l’assessora alle politiche sociali e abitative, Luisa Ceni – Le soluzioni abitative individuate hanno riguardato persone che vivono regolarmente sul nostro territorio, che hanno un lavoro o che si trovano in condizioni di fragilità seguite dai servizi competenti. Si tratta di cittadini che contribuiscono attivamente alla comunità, pagano le tasse e, ora, anche un affitto regolare”.

Le case utilizzate non erano disponibili per l’assegnazione: si trattava di immobili inutilizzati che Agec non sarebbe stata in grado di ristrutturare, e che grazie a una modifica del Regolamento dell’azienda si è potuto mettere a disposizione di soggetti del terzo settore come la Casa degli Immigrati che li ha ristrutturati e li gestisce in modo trasparente e responsabile. Questo percorso dimostra che è possibile risolvere problemi reali con soluzioni concrete, nel rispetto della legalità. Non abbiamo legittimato occupazioni, né dato casa a chi non ne aveva diritto. Abbiamo risposto a un bisogno abitativo con equilibrio, senza sgomberi, ma con il lavoro quotidiano delle istituzioni e della rete sociale.”

Tosi. La casa dovevano darla a quelli che ne avevano diritto ed erano in attesa

Non è della stessa opinione l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi. “Le regole a volte non valgono per tutti e il caso degli abusivi dall’edificio noto come Ghibellin Fuggiasco, recentemente chiuso, ne è un esempio. Ben 29 dei 38 abusivi sono stati sistemati in appartamenti popolari di Agec attraverso associazioni e cooperative, come comunicato ieri dallo stesso Comune di Verona”. 

Tali persone – sottolinea Tosi – sono state quindi ritenute inspiegabilmente più meritevoli di un celere aiuto, rispetto ai tanti cittadini e cittadine residenti, italiani e stranieri, che da anni attendono una sistemazione partecipando a regolari bandi. Sarà anche vero che pagano un contributo per l’affitto, ma questo chiunque vada in case popolari lo fa e non ci va certo gratis. 

Excusatio non petita

È chiaro quindi che, quando l’assessore alle Politiche sociali e abitative Luisa Ceni dichiara che con l’operazione messa in campo non siano state tolte case ai veronesi, cerca di smentire un’assoluta verità. I latini dicevano: ‘Excusatio non petita, accusatio manifesta’. 

Un motto che ben si addice alle affermazioni dell’assessore, le cui scuse non richieste definiscono la verità dei fatti, che in questo caso è la scelta precisa di avvantaggiare chi trasgredisce alle regole creando disagio sociale e insicurezza, rispetto a chi queste stesse regole le segue con sacrificioé. 

Flavio Tosi Forza Italia
Flavio Tosi

“Per occupanti illegali di un immobile è stata saltata qualsiasi graduatoria, data casa a chi non ne avrebbe avuto diritto, togliendo reali possibilità a chi fosse invece in possesso dei requisiti necessari all’assegnazione”, aggiunge Tosi. “La questione poi che le case impiegate per ospitarli non fossero disponibili in quanto immobili inutilizzati, che Agec non sarebbe stata in grado di ristrutturare, sembra un alibi non sostenibile; perché se altri ci sono riusciti, vuol dire che avrebbe potuto farcela anche Agec”. 

“È veramente irragionevole come motivazione. Il punto è che questa Amministrazione ha addirittura modificato il regolamento interno di Agec per l’assegnazione degli immobili per arrivare a questo. Prima non sarebbe stato consentito con le precedenti Amministrazioni di centrodestra, invece adesso è prevista la possibilità di poter aggirare la norma generale, che prevede dei bandi e delle graduatorie, e usare”, sintetizza in conclusione Tosi, “la scorciatoia delle associazioni per dare gli appartamenti pubblici, anziché a chi ne abbia diritto, a chi lo ritenga arbitrariamente l’Amministrazione”.