(di Gianni Schicchi) Torna al Settembre dell’Accademia, la London Symphony Orchestra, prestigiosa formazione fra le più acclamate in campo internazionale. Alla sua guida, per inaugurare la XXXIV edizione del famoso festival sinfonico, domenica 7 ore 20.30, ci sarà l’italo inglese Antonio Pappano, direttore emerito dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, portata per 18 anni (dal 2005 al 2023) ai vertici mondiali.
Con i concerti di questa stagione, Pappano suggella anche il suo ventennale sodalizio con la London Symphony che nella serata inaugurale al Filarmonico, proporrà pagine di Shostakovich, Chopin e Beethoven. In apertura ci sarà laSinfonia n.9 in mi bemolle maggiore op. 70 del primo, in occasione del suo 50° anniversario dalla morte. Il compositore russo, un gigante della musica del Novecento, a differenza di quanto richiestogli dal regime stalinista, per esaltare con solennità la vittoria sulla Germania nazista permea questa splendida partitura del 1945 di un’atmosfera giocosa e ironica; secondo taluni perfino “triviale”, in particolare nella chiusura: “un crescendo in una vera e propria parata – scrive Giovanni Meriani nelle note di sala – in cuisi rivede lo Šostakovič compositore per il cinema, in particolare nel colore variato di continuo e nei subitanei cambi d’armonia. Il sentimento di scherzo ironico e crudele domina la coda, chiusa in breve dal colpo di grancassa finale.”
Grande attesa in questo concerto, anche l’esibizione pianistica di Seong-Jin Cho, che a soli 31 anni è considerato uno degli artisti più importanti dell’attuale panorama musicale. Seong-Jin Cho, nato a Seul, si è rivelato nel 2015, quando vinse il Concorso Internazionale Chopin di Varsavia, primo musicista del suo Paese. Nel gennaio 2016 ha firmato un contratto di esclusiva con l’etichetta discografica Deutsche Grammophon. Trionfali poi i suoi concerti nei più importanti teatri internazionali.

Di Fryderyk Chopin la London Symphony eseguirà il giovanile Secondo Concerto per pianoforte e orchestra in fa minore op. 21, composto nel 1830 a Varsavia e accolto come “primo segno di maturità compositiva” del grande compositore non ancora ventenne, che qui inserisce più di una anticipazione della sua scrittura pianistica, del suo fascino melodico e colorito armonico inconfondibili, dei suoi futuri Notturni”.
La conclusione della serata è affidata al titano Ludwig van Beethoven con la Sinfonia n. 5 in do minore Op. 67, una delle più grandi e acclamate della storia della musica, con il suoincipit celeberrimo: quel motto di quattro note che continua a riapparire ostinatamente in tutta la composizione. “Il destino che bussa alla porta” pare abbia dichiarato lo stesso Beethoven, anni dopo al suo factotum Anton Schindler, la luce che giunge dal buio, la lotta dell’uomo contro il Fato
