Aperta un’inchiesta per omicidio premeditato. Il casolare era pieno di bombole di gas e molotov

Tre carabinieri sono morti e 15 persone sono rimaste ferite delle quali 11 agenti di polizia e un vigile del fuoco, dopo la violenta esplosione avvenuta alle 3 della notte tra lunedì e martedì in un casolare alla periferia di Castel d’Azzano.

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Procuratore di Verona. “Perquisizione, non sfratto”

L’operazione, disposta dalla Procura di Verona, non era uno sfratto ma una perquisizione pianificata per verificare la presenza di ordigni quali bombe molotov. Secondo quanto riferito dal procuratore capo di Verona Raffaele Tito, la deflagrazione è stata causata da una molotov usata per innescare bombole di gas, presumibilmente da una delle persone presenti all’interno dell’edificio, per la precisione, la donna.

Il casolare, fatiscente e privo di luce e acqua, era occupato da tre fratelli già noti alle autorità. Tutti e tre sono stati portati via dai carabinieri dopo l’esplosione e portati all’ospedale. Ora sono piantonati.

La detonazione è avvenuta alle 3.05, pochi istanti dopo l’ingresso delle forze speciali. L’edificio è completamente crollato. L’operazione era stata considerata ad alto rischio: già dalle 2.00 il Suem 118 di Verona aveva attivato un presidio sanitario. Dopo l’esplosione è stato attivato il piano di maxi emergenza con ulteriori mezzi di soccorso.

L’intervento di Zaia.

Il presidente della Regione Luca Zaia ha raccontato l’operazione dal punto di vista sanitario. “Nel momento in cui è avvenuta la deflagrazione, il piano di maxi emergenza è stato attivato immediatamente”, ha dichiarato. In pochi minuti sono arrivati ulteriori mezzi: quattro ambulanze, tre medicalizzate, un’unità mobile di coordinamento e rinforzi del personale medico.

La condizione dei feriti.

I feriti sono stati trasferiti agli ospedali di Borgo Trento, Borgo Roma, Villafranca e Negrar. Dalle ultime notizie, nessuno è in pericolo di vita.

Il sistema sanitario regionale aveva previsto, fin dalle prime ore della notte, un presidio preventivo per un’operazione ritenuta ad alto rischio e pianificata nei dettagli dalla Questura di Verona, in collaborazione con i Carabinieri.

“Il bilancio sanitario – precisa Zaia – è purtroppo gravissimo: 3 persone sono decedute sul posto, tutti appartenenti ai reparti speciali dell’Arma dei Carabinieri, e i loro corpi sono stati recuperati dai Vigili del Fuoco tra le macerie. I feriti sono stati portati agli ospedali Borgo Roma (8 codici verdi) e Borgo Trento (2 codici rossi, 2 gialli e 5 verdi) dell’Azienda Ospedaliera di Verona, e agli ospedali di Villafranca (5 codici verdi e un giallo) e Negrar (un codice rosso e un verde). Si tratta di membri delle forze dell’ordine e di 2 degli occupanti dell’abitazione. Il terzo occupante della casa sarebbe riuscito ad allontanarsi prima dello scoppio”.

La macchina sanitaria ha funzionato garantendo un’assistenza tempestiva, professionale e coordinata.

Omicidio premeditato o tentata strage?

La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio premeditato e sta valutando l’ipotesi di tentata strage. “Si tratta di un gesto premeditato”, ha dichiarato Tito.

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Chi erano.

I tre carabinieri deceduti sono il Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, il Carabiniere Scelto Davide Bernardello e il Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà. Mentre i proprietari del casolare sono Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori e allevatori con problemi finanziari.

Il Presidente della Regione, Luca Zaia, ha firmato il decreto che proclama il lutto regionale per 3 giorni e per il giorno in cui saranno fissate le esequie dei Carabinieri caduti.

In questi giorni su tutto il territorio veneto è previsto vengano esposte le bandiere a mezz’asta nelle sedi istituzionali. Il Governatore ha dato comunicazione del decreto alla Prefettura di Venezia per la più ampia diffusione a tutte le Istituzioni.