Il capoluogo scivola sul fronte ambientale
Verona è tra le ultime città d’Italia per aria inquinata, meno verde e trasporti in crisi: a dirlo è il nuovo report Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente e Ambiente Italia. Su 106 capoluoghi di provincia, quello scaligero si ferma al 73° posto, – penultima città del Veneto -, superando solo Rovigo e lontanissima dalle realtà più virtuose come Trento, Mantova o Treviso.
Un dato che, nonostante un timido miglioramento rispetto al 2024 (+4 posizioni rispetto allo scorso anno), racconta una città ferma su quasi tutti i fronti ambientali: aria inquinata, mobilità sostenibile inesistente, spazi verdi in calo e trasporto pubblico in difficoltà.
“La mobilità sostenibile? Tutta da costruire”
Altro tallone d’Achille è la mobilità. Il numero di viaggi sul trasporto pubblico locale è sceso da 156 a 152,3 viaggi per abitante all’anno. Verona resta una delle più motorizzate del Paese, con 66 auto ogni 100 abitanti.
Le cause, da ciò che emerge dal report, sono corse serali ridotte, pochi collegamenti nei quartieri periferici e un filobus che ancora non entra in funzione. Anche il servizio “Scipione”, ovvero l’autobus a chiamata, non ha colmato le lacune.
“Il trasporto pubblico è un problema oggettivo – dichiara Andrea Gentili, presidente di Legambiente Verona –. Senza un’offerta affidabile e capillare i cittadini continueranno a usare l’auto e l’inquinamento non scenderà. Il filobus non basta: serve una rete integrata e una visione di lungo periodo”.
Piste ciclabili e verde urbano in calo
La ciclabilità, indicatore che misura qualità e continuità delle piste, scende da 11,5 a 10,9 metri equivalenti ogni 100 abitanti. Il che appare davvero strano visto che il Comune continua a farne.
La rete resta frammentata, promiscua e spesso non protetta, osserva Legambiente: “Le piste nuove, se mal progettate, possono addirittura peggiorare la situazione”.
Preoccupa anche la diminuzione degli spazi verdi accessibili, passati da 27,6 a 25,2 m² per abitante, mentre la ZTL continua a non avere dati ufficiali, penalizzando Verona in classifica. Le isole pedonali, ferme a 16 m²/100 abitante, sono tra le più basse in Veneto.

Luci e ombre su rifiuti ed energia
Unico segnale positivo: la raccolta differenziata, che passa dal 51,6% al 57,4% grazie ai nuovi cassonetti intelligenti e al potenziamento del porta a porta. In ogni caso Verona resta sotto la media nazionale e lontana dagli obiettivi regionali.
Sul fronte energetico, invece, la città mantiene il 3° posto nazionale per produzione di energia da fonti rinnovabili su edifici pubblici, grazie a impianti fotovoltaici installati oltre dieci anni fa su stadio Bentegodi, scuole e piscine. In arrivo anche bonus per progetti di teleriscaldamento geotermico e comunità energetiche, ma mancano nuovi interventi significativi.

Legambiente: Il PAT occasione per cambiare
Il report arriva in un momento cruciale per la città: l’approvazione del nuovo Piano di Assetto del Territorio (PAT). “È lì che si gioca la possibilità di una svolta vera – sottolinea Gentili –. Servono scelte coraggiose e vincolanti: rete di trasporto pubblico intermodale, ciclabili protette, zero consumo di suolo e una mappatura per il fotovoltaico. Basta con i principi generici: Verona deve scegliere che città vuole essere”.
La classifica: Verona 73ª su 106 città
Nella graduatoria nazionale Verona ottiene un punteggio complessivo del 49,37%, lontanissima dalla vetta di Trento (79,78%) e Mantova (78,74%). A livello regionale la città è penultima, davanti solo a Rovigo (77esima). Le top 3 sono Trento, Mantova e Bergamo. In Veneto Treviso al 13° posto, Belluno al 15°, Venezia al 47°, Vicenza al 61° e Verona appunto al 73°, seguita solo da Rovigo al 77°. E per le polveri sottili non c’è stato alcun miglioramento: “È un quadro cronico, aggravato dall’assenza di misure strutturali efficaci” sottolinea Legambiente Verona. Verona si conferma così tra le aree più inquinate.
